120 detenuti per 100 posti

Sovraffollamento carceri, Italia primatista Ue

Un «primato» in Unione europea l'Italia lo ha ed è quello per il sovraffollamento delle carceri. E in Europa è seconda dietro solo alla Turchia.

È quanto risulta dal rapporto Space pubblicato dal Consiglio d’Europa con l’Università di Losanna. In Italia risultano 120,3 detenuti ogni cento posti; seguita da Belgio (117,2), Francia (115,7) e Ungheria (113,2). La Turchia, prima a livello del Consiglio d’Europa, è a quota 127,4. La media tra i 47 Paesi membri del Consiglio è di 90,3. In Ue il tasso più basso è invece quello spagnolo (70,8). Numeri contenuti anche per Irlanda del Nord (68), Russia (68,8) e Germania (86,8).

 

 

«I dati illustrati nel rapporto del Consiglio d’Europa mettono a nudo una politica generale in tema di esecuzione penale e, nello specifico, carceraria del tutto evanescente e che perdura da troppo tempo. Al sovraffollamento del 120% descritto nel rapporto del Consiglio d’Europa e probabilmente anche sottostimato, a causa del restringimento degli spazi per locali inagibili, fanno da contraltare organici della Polizia penitenziaria carenti e sottodimensionati per circa 17mila unità e ai quali si è risposto sinora con palliativi». Lo afferma Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, 

Inoltre, «i numeri del contagio da Covid-19 ancora in crescita in questi giorni, nonostante una certa frenata nel Paese, sono un ennesimo indicatore di grandi emergenze che meriterebbero di essere affrontate con adeguati provvedimenti da parte del Governo», osserva De Fazio, secondo il quale «decongestionamento della densità detentiva, potenziamento degli organici e degli equipaggiamenti della Polizia penitenziaria, rafforzamento del servizio sanitario dedicato alle carceri, chiarezza e rapidità nelle vaccinazioni contro la Sars-Cov-2 dovrebbero essere le parole d’ordine. Al contrario, si registrano sempre più gravi ritardi e soprattutto sui vaccini, anche per le note vicende di AstraZeneca, regna la più grande incertezza, che certamente non incentiva l’adesione di operatori e detenuti ai, peraltro lenti e frastagliati, piani d’immunizzazione».

 

 

In tale quadro, conclude il segretario della Uilpa penitenziari, «continuiamo a riporre fiducia e grandi aspettative nella Guardasigilli Marta Cartabia, tuttavia registriamo un certo ritardo di indirizzi: la ministra sciolga gli indugi, dica chiaramente cosa vuole fare dell’esecuzione penale e del carcere, apra un confronto serrato con tutte le parti in causa e metta in campo le strategie per realizzarlo, ogni ritardo non fa che aggravare la situazione».