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Petrolmafie, "cercava aiuto da Lele Mora". Gli affari dell'ereditieria Ana Bettz arrestata nel blitz

Valeria Di Corrado e Augusto Parboni
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i"Questa storia parte da Lele...". La "regina del petrolio" Anna Bettozzi, prima di diventare l'ereditiera dell'impero dell'oro nero lasciatole dal marito defunto Sergio Di Cesare, si faceva chiamare nel mondo dello spettacolo Ana Bettz ed era una cantante della "scuderia" di Lele Mora (non indagato). A quest'ultimo la Bettz aveva detto di volersi rivolgere anche quando doveva mediare con un altro imprenditore, Felice D'Agostino, rappresentante della società Petrol, per concordare il prezzo di vendita del carburante alla Made Patrol (la società ereditata dalla Bettozzi, prima conosciuta come Maxpetroli).

"Vuole un anno anticipato di provvigioni.. cioè ma noi neanche li guadagniamo... - spiega il 7 novembre 2017 la Bettozzi a un altro imprenditore petrolifero, Alberto Coppola, che chiama amore - Adesso ci parla Lele (Lele Mora, ndr) e glielo ridico... che è impossibile quello che dice lui". Queste e altre intercettazioni sono confluite nell'ordinanza di arresto che ha aperto le porte del carcere per la donna, accusata di essere a capo di un'associazione a delinquere, aggravata dall'aver agevolato il clan camorristico dei Moccia. D'altronde è la stessa Bettozzi, parlando con la sorella, ad ammettere il suo legame con la mafia: "A Piè, io dietro c'ho la camorra".

La cantante, dopo la verifica fiscale fatta dalla Finanza il 5 marzo 2019, teme che ci siano delle indagini sul suo conto. Il 19 aprile 2019 si interroga, proprio con Felice D'Agostino, quale possa essere l'origine dell'inchiesta: "Quella storia parte da Lele eh". I militari del nucleo di polizia economica finanziaria di Roma specificano che il riferimento è alle "indagini che hanno riguardato Lele Mora con il quale Anna Bertozzi è in rapporti". D'Agostino ribatte: "Me l'hanno detto dei casalesi, che secondo me parte da quel cretino di Palumbo... perché dice che so cose prima che è iniziato il deposito fiscale...". Il riferimento, secondo i finanzieri, è a Ferdinando Palumbo che getirebbe un deposito presso Formello in cui so procederebbe all'illegale miscelazione del gasolio con olio. 

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