Sul vaccino AstraZeneca l'Italia cambia idea: raccomandato l'uso preferenziale per gli over 60
L’Italia interviene in maniera decisa sul vaccino AstraZeneca e cambia la strategia vaccinale nonostante il pronunciamento odierno dell’Ema. Da domani il prodotto dell’azienda anglo-svedese potrà essere somministrato anche nella fascia che va dai 60 ai 79 anni. Lo ha detto il commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo all’incontro di questa sera tra governo e Regioni. A dettare la linea è anche Franco Locatelli, coordinatore del Cts, che ha parlato nella riunione con gli enti locali: “Considerando i dati sulla letalità del Covid che confermano che le vittime perlopiù sono anziani, l'idea anche per Italia è di raccomandare l'uso preferenziale oltre i 60 anni. Non abbiamo elementi per scoraggiare la somministrazione della seconda dose. Ad oggi tutti gli eventi di tipo trombotico associati alla somministrazione del vaccino dopo la prima e non la seconda dose. Però solo un numero ridotto di persone ha avuto la seconda dose. Ad oggi, per chi non ha avuto complicanze non si esclude la somministrazione della seconda dose ancora con Astrazeneca. Un collegamento tra vaccino e trombosi è possibile seppure non ancora dimostrato. Gli studi sono in corso e le ipotesi sul tavolo in questo momento non sono definite né dimostrate”.
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Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, ha cercato di rassicurare i presidenti di Regione, preoccupati che la popolazione non si fidi più di AstraZeneca e ha sostenuto che non deve preoccupare il fatto che prima il vaccino fosse raccomandato per gli under 60 e ora per gli over 60. I governatori, per bocca del veneto Luca Zaia, hanno paventato che né medici né pazienti si sentiranno tranquilli a dare per esempio la dare a seconda dose di AstraZeneca.
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Per il cambio di indirizzo su Astrazeneca ci sarà "un provvedimento, con tutte le indicazioni". Questa la linea dettata dal ministro della Salute Roberto Speranza intervenuto nel corso della riunione, arrivata dopo un confronto tra Governo e Comitato tecnico scientifico. Fonti dell’esecutivo spiegano che tale scelta non dovrebbe impedire il raggiungimento delle 500mila somministrazioni al giorno entro fine aprile, visto che ai più giovani verrebbero destinate dosi di Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson.
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