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Mix tra nigeriana e inglese, ecco perché la nuova variante spaventa l'Italia

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C'è una nuova variante di Covid scoperta in Italia che aggiunge nuove preoccupazioni sull'andamento del contagio. La nuova mutazione del Coronavirus è stata scoperta dal laboratorio Cerba HealthCare di Milano, per la precisione dalla taskforce coordinata dal virologo Francesco Broccolo, dell’Università degli Studi Milano Bicocca.

 

L’equipe aveva osservato all’inizio di marzo una combinazione di mutazioni mai riscontrate prima, che comprende caratteristiche delle varianti nigeriana e inglese. Il risultato del sequenziamento dell’intero genoma ha confermato che si tratta di una nuova variante. Al momento la nuova variante non sembra essere più contagiosa o più letale rispetto alle altre varianti del virus Sars-Cov-2 conosciute. Il sequenziamento completo del genoma della variante è stato depositato sui database internazionali per la valutazione della comunità scientifica. 

La moltiplicazione delle varianti anche se non più contagiose di quelle conosciute può compromettere il raggiungimento dell'immunità di gregge attraverso la campagna vaccinale. 

 

Basti pensare ai danni della variante inglese, ormai dominante in Italia. La Sardegna, ad esempio,poche settimane fa era in zona bianca e ora fronteggia un'improvvisa impennata dei casi. "Oltre l’80% per cento dei casi è dovuto alla variante inglese che ha una contagiosità notevolmente più alta della variante standard e, in più, il 50% di chi ha una mutazione specifica che porta a una maggiore letalità". Non va meglio sul fronte ospedali. "Le proiezioni fatte da alcuni colleghi - spiega Stefano Del Giacco, immunologo dell’azienda ospedaliera universitaria di Cagliari, dopo che l’indice Rt nell'isola è schizzato in una sola settimana da 1,03 a 1,18 - vedono anche un aumento dell’occupazione delle terapie intensive nelle prossime settimane: non voglio fare il catastrofista, perché ne abbiamo abbastanza di brutte notizie, tuttavia non è ancora finita. Questo è il senso del messaggio che deve arrivare, quindi purtroppo vedo bene qualche restrizione fino a fine aprile in termini epidemiologici".

 

Secondo l’immunologo "i virus sono dei veri professionisti, fanno benissimo il loro lavoro e passano da una persona all’altra il più velocemente possibile. L’unica soluzione è il vaccino. Ma, fino a che non si raggiungerà un numero di vaccinazioni sufficiente - conclude Del Giacco - è richiesto il contributo di tutti per tenere sotto controllo la situazione". 

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