vaccino e furbetti

"Chi ha i morti sulla coscienza?" I dati choc sul vaccino ai fragili, Cartabellotta inchioda governo e Regioni

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, è ospite a Covid-19 Domande e risposte su RaiNews 24 sabato 3 aprile. La prima domanda, sulle difformità tra regioni nella campagna vaccinale a discapito in alcuni e clamorosi casi delle categorie più fragili,  è drammatica. Qualcuno ha i morti sulla coscienza?

 

"Se siamo costretti alle restrizioni" decise dal governo a partire dalla zona rossa per i giorni di Pasqua, premette Cartabellotta, "è per la mancata copertura delle fasce fragili" nella vaccinazione. In altre parole, se tutte le regioni si fossero concentrati su anziani e malati invece di favorire altre categorie "avremo meno fragili in ospedali e meno morti". Una sentenza, quello del presidente della Fondazione Gimbe che punta il dito sulla disparità tra le regioni nel primo trimestre sulla somministrazione del vaccino ma non solo.

 

Il generale Figliuolo dice che questa disparità non c'è, fanno notare a Cartabellotta, ma è un dato di fatto che sulla distribuzione delle categorie non c'è uniformità. Perché le regioni hanno mano libera? "In Italia c'è un Servizio sanitario nazionale ma l'offerta è condizionata dai servizi sanitari regionali che hanno competenza esclusiva. Qual è il problema? Se le indicazioni dello Stato sono generiche, poi le priorità scelte dalle singole Regioni sono variabili. Servono verifiche più certe", ribatte Cartabellotta che denuncia, ad esempio, le troppe differenze tra tempi di prima e seconda dose e sulle categorie vaccinabili tra territori. "Un operazione così complessa" come la campagna di vaccinazione di massa "sarebbe dovuta essere organizzata in modo diverso, con la copertura maggiore per le persone fragili", conclude. 

 

Secondo l'ultima analisi della fondazione l'Italia "è ancora indietro la protezione di anziani e fragili: degli over 80 il 28,3% ha completato il ciclo vaccinale e il 27,4% ha ricevuto solo la prima dose. Ancora ai nastri di partenza la fascia 70-79 anni e nessun dato disponibile sui fragili. Eppure solo una rapida e massiccia immunizzazione di anziani e persone vulnerabili permetterà di riaprire in sicurezza il Paese", si legge nell'ultimo report della Fondazione Gimbe sul monitoraggio della settimana 24-30 marzo. "Se i vaccini rappresentano la via maestra per uscire gradualmente dalla pandemia - ricordava a riguardo  Cartabellotta- è bene ribadire l’inderogabile necessità di proteggere in maniera prioritaria le persone fragili, più a rischio di sviluppare forme severe di Covid-19 che richiedono assistenza ospedaliera. Con l’attuale livello di sovraccarico degli ospedali, che non si ridurrà in tempi brevi, non possiamo più permetterci un nuovo rialzo di ricoveri e terapie intensive una volta avviate le graduali riaperture del Paese. Altrimenti - conclude - continueremo a rimanere ostaggio delle misure restrittive, il cui obiettivo primario è proprio quello di limitare il sovraccarico ospedaliero".