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Allarme vaccini nel Lazio: mancano le dosi e le prenotazioni fino a maggio sono a rischio

Antonio Sbraga
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Vaccini a rischio-esaurimento. Non solo per quanto riguarda le dosi, ma anche della gestione di una campagna vaccinale sempre più stressata da continui annunci, balletti delle cifre e polemiche da caotico effetto-collaterale. Come la giornata di ieri, aperta dall’allarme sul mancato arrivo delle dosi AstraZeneca, con annesso rischio-sospensione della vaccinazione paventato dall’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato: “Se nelle prossime 24 ore non arrivano i 122 mila vaccini di AstraZeneca previsti siamo costretti nostro malgrado a sospendere le vaccinazioni. Mi auguro che tale sospensione venga scongiurata: abbiamo un milione di prenotazioni da qui a maggio. Servono i vaccini!”.

Una richiesta accorata lanciata proprio mentre il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, annunciava invece a SkyTg24 l’arrivo di un altro tipo di vaccino: “Noi dal 20 aprile inizieremo con le vaccinazioni nelle farmacie con Johnson & Johnson”, ma riservato ad un’altra fascia d’età, quella dai 60 ai 55 anni, finora non ancora coinvolta nella campagna. La novità è doppia, perché riguarda anche il coinvolgimento per la prima volta delle farmacie (circa un migliaio quelle che hanno manifestato finora la volontà d’aderire), accolto però con qualche riserva dal presidente dell’Ordine dei medici di Roma e provincia, Antonio Magi: “Bene che i farmacisti stiano facendo corsi di formazione per imparare a vaccinare, ma ritengo sempre indispensabile, per i pazienti, che sia sempre garantita la presenza di un medico in caso di una qualche reazione avversa. Il farmacista non è in grado professionalmente di poter gestire una situazione di questo tipo- avverte il presidente dei camici bianchi- Il farmacista può vaccinare senza alcun problema, ma deve esserci anche un medico disponibile, pronto ad intervenire nel caso si verifichi una situazione particolare o di emergenza, somministrando magari farmaci salvavita”.

E di camici bianchi disponibili ce ne sono già 2700, i medici di base vaccinatori, che però ora alla Regione esprimono la loro “rabbia: cosi non si può andare avanti. Si moltiplicano i centri vaccinali, i medici di famiglia sono al palo. Questa settimana ognuno può fare solo sei dosi di Pfizer”, denuncia il sindacato Fimmg. “I dati parlano chiaro: sul totale dei vaccini ordinati dai medici di famiglia, pari a 9796 fiale, ne sono state distribuite solo 5476. Sono state così immunizzate negli studi solo 48.971 persone, delle oltre 85mila programmate. Al posto dei vaccini- accusa la Fimmg- sono arrivate ai medici lunghe circolari della Asl con l'annuncio che i farmaci sarebbero arrivati con il contagocce o per nulla o che invitavano i medici a non ordinarle”. E così, a fronte di richieste inviate da 2430 camici bianchi, “di questi solo 2073 hanno avuto gli ordini evasi, centinaia di essi, il 14,7%, pur avendo ordinato è rimasto a secco, e gli ordini evasi prevedono un ritiro anche a 10 -12 giorni.

Dietro questi numeri ci sono pazienti, molto anziani e vulnerabili, che aspettano”, ricorda il sindacato alla Regione, che pure la scorsa settimana aveva annunciato proprio un raddoppio delle forniture-Pfizer. “Invece nulla, la seconda dose mi è stata “rifiutata dal farmacista”, così c’è scritto sul portale dell’Asl Roma 1 che usiamo per ordinare le fiale- racconta Alessandro Ricci, medico di base romano con studio al quartiere Fleming- Quindi ora devo chiamare i 6 pazienti per disdire l’appuntamento fissato per sabato”. Mentre ieri sul sito della Regione sono partite le “prenotazioni anche per l'età 66 e 67 anni: sono già oltre 36 mila i prenotati”, ha quantificato D’Amato. Ma l’assessore, che a RadioRai ha rivelato il suo “sogno: vaccinare tutta la popolazione del Lazio entro Ferragosto. Tutti tranne la fascia 0-16 anni, che non sono sottoposti a vaccinazione. Sono 4 milioni di persone. È credibile. Finora la percentuale dei cittadini che si vuole vaccinare è molto alta, circa l’80 per cento”. Poi, nel pomeriggio, annunciando il bollettino quotidiano dei casi-Covid, D’Amato è tornato alla più cruda realtà. Ed ha messo le mani avanti: “Sul ritardo nelle forniture di AstraZeneca ci scusiamo anticipatamente con gli utenti se nelle prossime ore ci dovessero essere difficoltà nella regolarità delle somministrazioni non dipendenti dalla nostra volontà. Stiamo lavorando con il lotto delle dosi dissequestrate fino a esaurimento”.

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