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Er Faina chiede scusa sul catcalling, ma Aurora Ramazzotti si sfoga: "Molto amareggiata per gli insulti"

Giada Oricchio
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Aurora Ramazzotti, Er Faina, Tommaso Zorzi e il catcalling: è bufera social. In questi giorni, la figlia di Michelle Hunziker e Eros Ramazzotti si è lasciata andare a uno sfogo in alcuni video Instagram sui commenti sessisti che ha ricevuto mentre, tuta larga e cuffie in testa, faceva jogging (“Possibile che nel 2021 succeda ancora? Appena mi tolgo la giacca mentre corro devo sentire fischi e altre schifezze. Mi fa schifo e se sei una persona che lo fa, mi fai schifo”). Si chiama “catcalling” ed è quel fenomeno per cui gli uomini credono di avere il diritto di fischiare e apostrofare con frasi più o meno volgari una donna che passa per strada. Una libertà arbitraria, maleducata e offensiva. In molti si sono schierati con Aurora Ramazzotti per il suo coraggio di denunciare, tra questi anche l’amico Tommaso Zorzi che a sua volta ha blastato un altro prodotto del web: Er Faina. “E’ una persona pericolosa perché le cose che dice hanno un seguito” ha sottolineato l’opinionista dell’Isola dei Famosi.

 

 

L’uomo, noto per aver partecipato a Temptation Island nonostante gli epiteti maschilisti e le offese rivolte alle donne, comprese Barbara D’Urso, ha fatto un video in cui con aria sostenuta, quasi schifata, sosteneva: “Ma cosa state a dì?! Se fischio per strada o dico ah bella è un complimento, voi invece lo chiamate catcalling… catcalling… che parolone”. Er Faina è stato sommerso di critiche, ha perso decine di migliaia di follower in poche ore e ha fatto una precipitosa marcia indietro chiedendo scusa “se ho urtato la sensibilità di qualcuno”. E oggi Aurora Ramazzotti ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui ha rivelato che la strada per il rispetto delle donne è ancora molto lunga: “Se sono amareggiata? Molto, non mi aspettavo commenti così offensivi da parte delle donne. (…) Era giusto denunciare perché tante donne non hanno la forza di reagire a quella che ormai è una prassi considerata normale”.

 

 

Eppure a fianco di tanta solidarietà, ci sono state le frasi pesanti degli hater: “Ma chi ti pensa”, “Evidentemente te lo meritavi”, “Non sei abbastanza bella”. La conduttrice 24enne ha aggiunto: “So distinguere una frase gentile da una forma di molestia verbale (…). Agli uomini dico: mettetevi nei panni di una donna che sta camminando per strada o sta correndo in un parco deserto. Come pensate che possa reagire quando voi fischiate e richiamate la sua attenzione come se fosse un cane? (…) Sa cosa mi ha ferito di più? Che in tanti abbiano legato questo mio sfogo alla foto nella quale facevo vedere la mia pelle imperfetta. Il discorso è stato più o meno questo: prima si lamenta della pelle brutta e poi si lamenta se le fanno un complimento. Significa non aver colto né il primo, né il secondo messaggio”. Infine, la Ramazzotti ha invitato gli uomini che non si riconoscono nei “cat caller” ad appoggiare pubblicamente questa battaglia: “La condanna da parte loro diventa un cambio di passo. Abbiamo bisogno degli uomini non solo in questa battaglia, ma anche in tante altre”.

 

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