Protesta
Covid, rivolta contro la crisi: "Dal 7 aprile per protesta terremo bar e ristoranti aperti"
Un giorno di protesta e poi la ribellione contro le chiusure imposte dal governo. I ristoratori italiani sono esasperati. «Saremo tutti insieme per manifestare contro le chiusure e contro il ministro Speranza che, di fatto, ha portato a fine vita il tessuto produttivo del nostro Paese, costituito dalle piccole imprese - spiega Paolo Bianchini, presidente di Mio Italia, il Movimento Imprese Ospitalità - Il prossimo martedì 6 aprile, a Roma, in piazza di Spagna, Mio Italia, Movimento Io Apro, La Rete delle Partite Iva, Apit Italia e Pin faranno massa critica e scenderanno in piazza, con l'obiettivo di coinvolgere anche gli imprenditori indecisi. Poi, il giorno successivo, mercoledì 7 aprile, qualunque siano le decisioni del governo centrale, ristoranti, bar, pub e pizzerie apriranno le porte dei loro locali. Lo ribadiamo tutti insieme: è una questione di sopravvivenza».
Va in controtendenza, invece, lo chef Gianfranco Vissani: «Restare aperti dal 6 aprile a pranzo e a cena? Non sono d'accordo. Andare contro la legge non paga: dobbiamo stare uniti e restare tutti chiusi. Tutti: panetterie, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, anche il delivery. Chiudiamo per settimane e vediamo che fanno. Bisogna essere più furbi, perché ci stanno massacrando e così non si può continuare». «Prima Conte faceva il dpcm, adesso sono furbi e fanno i decreti - prosegue - Mentre noi stiamo aspettando che arrivi la manna dal cielo, e ci hanno ridotto in condizioni pietose e vergognose. Il nostro Paese è un bellissimo Paese ma è il fanalino di cosa. Siamo rovinati. Ve ne accorgerete».
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E rivolgendosi al presidente del consiglio Draghi, aggiunge: «Dovrebbe capire che qui c'è un mondo, pieno di persone che lavorano in questa attività. Senza considerare l'hinterland, i matrimoni, le disco teche, le mense: ci sono locali chiusi e sigillati da sei mesi. E non ci danno neanche i soldi per poter sopravvivere. È una vergogna. Io spero che il signore Draghi si renda conto che stiamo vivendo«. Vissani conclude con un cenno alla situazione economica sua e di tutti i ristoratori italiani: «Hanno spostato il termine delle tasse, ma noi come facciamo a pagarle secondo loro? Pensano solamente a salvare il loro culo. Non ci sono soldi a fondo perduto, come hanno fatto in tutti i Paesi. Si parla solo di vaccini, ma non si parla della gente che ha bisogno, che si uccide, che chiede l'elemosina. Gente che sta morendo. Che vergogna».