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Svolta sui vaccini, ecco quando arriva Johnson & Johnson e chi può farlo

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Svolta per la campagna vaccinale. Il vaccino Johnson & Johnson, il siero a somministrazione unica - a differenza di Pfizer, Moderna e AstraZeneca che prevedono due dosi - sta per arrivare in Italia dopo il via libera dell'Ema e dell'Aifa, ma per valutare l'impatto sulla campagna italia bisognerà attendere l'ufficialità del numero di dosi che arriveranno. 

 

"Questa mattina ho rappresentato l’intero Consiglio regionale all’inaugurazione dell’hub vaccinale alla Fiera del mare a Genova. Il Commissario Figliuolo mi ha confermato che i vaccini Johnson & Jonhson arriveranno in Italia dal 16 aprile", ha rivelato su Facebook il presidente del Consiglio regionale della Liguria, Gianmarco Medusei. "Ce lo auguriamo, oltre alla vaccinazione che è prevenzione, auspico anche una maggiore produzione di anticorpi monoclonali, che si stanno dimostrando particolarmente efficaci anche sulle varianti» aggiunge. Per Medusei, «inutile negare che ci siano ancora tante problematiche, ma bisogna accelerare per poter ripartire".

 

Una svolta attesa dopo il via libera dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) del farmaco Jenssen arrivato il 12 marzo a sole 24 ore dall'approvazione da parte dell'Agenzia europea dei medicinali (Ema). È il quarto vaccino anti-Covid approvato in Italia dopo quelli di Pfizer-BionTech, Moderna e AstraZeneca.

 


Il siero J&J  è stato autorizzato a livello europeo per tutte le classi di età sopra i 18 anni con un'efficacia nelle forme gravi  fino al 77% dopo 14 giorni dalla somministrazione e all'85% dopo 28 giorni dalla somministrazione. L'Oms nei giorni scorsi ha spiegato che il vaccino di Johnson & Johnson è consigliato anche nei Paesi in cui stanno circolando le diverse varianti del Covid. 

Intanto la Commissione Europea ha pubblicato sul suo sito gli accordi di acquisto anticipato di vaccini anti-Covid siglati con Pfizer-BioNTech e con Moderna, in linea con la promozione della "trasparenza", nonché il contratto di acquisto siglato con Pfizer del febbraio 2021, con cui l’Ue si è assicurata altri 300 mln (200 mln più un’opzione per altri 100 mln) di dosi di vaccino. I contratti tuttavia sono largamente coperti da omissis, come già l’accordo di acquisto anticipato siglato con AstraZeneca. Nel contratto di acquisto siglato quest’anno con Pfizer, per esempio, come pure nell’accordo di acquisto anticipato siglato l’anno prima con la casa Usa, è secretata addirittura la definizione di ’Best reasonable effort’, come pure gran parte della definizione di ’force majeure'.

Sbianchettati anche buona parte del capitolo dedicato alla fornitura del prodotto e al meccanismo di fornitura, nonché due terzi del capitolo ’deroghe', in cui la Commissione "riconosce (...) che gli sforzi del produttore di continuare a sviluppare il vaccino sono aspirazioni per natura e soggetti a considerevole rischio ed incertezza»" Pertanto, "le parti riconoscono che il vaccino potrebbe non essere consegnato pienamente secondo il calendario", per diversi motivi. Seguono due paragrafi completamente sbianchettati. Segreto, naturalmente, anche il prezzo concordato, che però secondo la tabella pubblicata a suo tempo su Twitter dalla sottosegretaria al Bilancio del Belgio Eva de Bleeker dovrebbe essere di 12 euro a dose per Pfizer/BioNtech. I prezzi indicati da quella tabella, mai smentita dalla Commissione, vanno considerati però indicativi, perché per AstraZeneca veniva segnato un prezzo di 1,78 euro a dose, ma la dg Salute Sandra Gallina ha detto che è superiore. Ma tutto resta coperto da omissis. Alla faccia della trasparenza. 

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