"Con gli anticorpi monoclonali 8 su 10 non finiscono in ospedale", Vaia indica come battere il Covid
Anche Francesco Vaia, direttore sanitario dell'Istituo nazionale di Malattie infettive Spallazani di Roma ne è convinto. La cura migliore contro il Covid sono gli anticorpi monoclonali, autorizzati nel nostro Paese come terapia al coronavirus con molto ritardo. "Con gli anticorpi monoclonali 8-9 persone su 10 non andranno in ospedale per Covid - spiega Vaia - Gli anticorpi vanno utilizzati tra il terzo e il quinto giorno della malattia e vanno usati per chi rischia di diventare un paziente grave: ipertesi, obesi, chi ha patologie respiratorie. Queste persone andranno in ospedale e avranno un’infusione di un’ora. Poi andranno a casa, dobbiamo evitare che le persone vadano in ospedale".
Vaia è intervenuto oggi a Domenica In su RaiUno. "Ci aspettiamo l’85% di risoluzione: 8-9 persone su 10 non andranno mai in ospedale, questa è un’arma potente. Gli anticorpi monoclonali costano molto? Costano comunque meno di un passaggio in ospedale o in terapia intensiva. C’è anche un’altra sperimentazione che stiamo portando avanti, siamo in fase 1: anticorpi monoclonali che potrebbero essere somministrati in intramuscolo o per via sottocutanea", ha aggiunto.
La situazione attuale in Italia, invece, qual è? "Rispetto a due settimane fa chi di dovere deve fare uno sforzo maggiore, dobbiamo approvvigionarci con più dosi di vaccino e aprire lo sguardo oltre di noi. Ci sono in campo ancora delle guerre ideologiche e geopolitiche e industriali ma la scienza ha sempre il dubbio ed è lontana da interessi industriali".
"Verifiche e non numeri a vanvera". Sputnik e governo, De Luca picchia durissimo
Per Vaia "da questa pandemia ne usciremo definitivamente se mettiamo in campo tre armi fondamentali: il vaccino che abbatte la mortalità e riduce a quasi zero le contagiosità, la seconda arma son gli anticorpi monoclonali e la terza arma siamo noi cittadini che dobbiamo stare attenti e che siccome siamo stanchi abbiamo bisogno di azioni di premialità. Non si può passare da un estremo all’altro: tutto chiuso e poi tutto aperto e via libera, l’errore fatto l’estate scorsa, le persone hanno bisogno di vedere un poco di luce quindi si deve cominciare ad aprire, lentamente gradualmente ma ad aprire. - ha precisato Vaia - Allo Spallanzani abbiamo aperto il nido ora si possono aprire le scuole: è statisticamente irrilevante il contagio nelle giovanissime generazioni, mentre è accertato che stanno crescendo le grandi depressioni che portano anche ad atti autolesionisti molto gravi".