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Scuola, ancora in bilico i test salivari per il Covid. Silvio Brusaferro: "Presenza è priorità, ma servono evidenze"

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La riapertura delle scuole è stata una delle priorità del Governo di Mario Draghi e saranno ben 5,3 milioni gli studenti che dal prossimo 6 aprile seguiranno le lezioni in presenza a scuola. Sono il 62,3% (sei su dieci) degli 8,5 milioni di alunni iscritti nelle scuole statali e paritarie, con alcuni di essi che torneranno negli istituti già prima di Pasqua nelle zone arancioni. Il Premier ha voluto rompere il vincolo delle zone rosse, autorizzando il rientro in presenza dei bambini della scuola dell’infanzia, degli alunni della primaria e di quelli del primo anno della scuola secondaria di I grado. 

 

 

L’ipotesi attualmente al vaglio, anche se di difficile attuazione, è quella di sottoporre gli alunni ogni settimana ai nuovi test salivari, in modo da avere un controllo continuo per prevenire focolai e contagi. Su questi test si è espresso Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità: “Stanno emergendo test diagnostici sempre nuovi ma prima vanno validati sul campo e inseriti in programmi specifici. Alcune regioni hanno cominciato con studi pilota. È presto per decidere, servono maggiori evidenze per capire quale potrebbe essere l’impatto di questi strumenti. È un progetto su cui lavorare, aspettiamo i dati. La scuola è sempre stata una priorità non solo in Italia, il ritorno dei ragazzi sui banchi è l’obiettivo principale”.

 

 

Per il momento il commissario Francesco Paolo Figliuolo, che negli scorsi giorni ha ricevuto la richiesta da parte del ministro Patrizio Bianchi, sta valutando l’attuabilità e il rapporto costi-benefici dell’operazione. Tra le ipotesi sul tavolo, c’è anche quella di effettuare i test a casa e non negli istituti, per evitare assembramenti. L’auspicio di tutti è che le riaperture non facciano aumentare il numero dei contagi.

 

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