Circo in crisi, la protesta di Paride Orfei: stiamo morendo e ad altri danno la limousine
«La situazione è tragica per tutti, figuriamoci per il comparto circense che ha scelto di vivere per strada. La gestione della vita in pandemia per chi ha scelto di fare questo mestiere è davvero dura, stare fermi per un anno è una catastrofe economica e sociale per tutta la filiera. Il circo non è solo l’imprenditore che lo gestisce,ma operai, tecnici, domatori, artisti». Lo dice all’Adnkronos Paride Orfei, membro della storica famiglia circense, commentando la grave crisi che sta attraversando il mondo del circo.
«Migliaia di persone sono ferme con problemi logistici - spiega - vivono nelle roulotte nei piazzali. Dopo qualche mese, però, i comuni sono costretti a mandarli via per liberare gli spazi. Il ministro Franceschini ha annunciato ristori? Ben vengano, diciamo che per il nostro comparto è un bicchiere di acqua per attraversare il deserto, sperando che a metà strada ce ne diano un altro per non morire di sete. Ad altri del nostro settore, invece è stata data una limousine con autista e aria condizionata. Ma siamo quantomeno sollevati che Franceschini riuscirà a farci avere qualcosa, almeno non siamo stati proprio dimenticati. Speriamo che questi soldi arrivino prima di morire del tutto».
«Per chi ha gli animali da mantenere - sottolinea Orfei - fortunatamente ha avuto dalla sua parte la Coldiretti. Dei veri e propri eroi, gli andrebbe fatto un monumento, senza non si sa come sarebbe finita questa storia. Ora mi auguro che vengano fatte linee guida serie per ripartire, che si possa programmare il futuro come vedo stanno già facendo per i concerti. Ci vorrebbe una sensibilizzazione da parte dei comuni per agevolarci dal punto di vista burocratico, altrimenti non ripartiremo», conclude.