Vaccino, ecco perché abbiamo poche dosi. La Ue preferisce inviarle in Africa
L'Unione europea pensa più a esportare i vaccini che a distribuirli tra i 27 Paesi membri. E un'altra bizzarra strategia della fallimentare gestione del siero anti-Covid-19 di Bruxelles. In sostanza, non solo le case farmaceutiche hanno ridimensionato notevolmente le consegne delle dosi nell'area euro in barba a qualsiasi contratto firmato con la Commissione, ma di quel poco che finora è arrivato in Europa, una parte più che consistente è andata ai Paesi più poveri. Per meglio capire, la Ue ha ricevuto finora 88 milioni di dosi che ha distribuito agli Stati membri.
Allo stesso tempo, un'ulteriore quota di 77 milioni di vaccini è stata esportata all'estero verso 33 Paesi. Cifre comunicate ai 27 capi di Stato e di governo in video conferenza dalla stessa presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e che non hanno mancato di suscitare mugugni in alcuni Paesi membri. Andare incontro alle Nazioni più povere, donando a esse vaccini anti Covid-19, è quanto prevede il piano Covax di cui fanno parte l'Unicef, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'Unione Europea e altre organizzazioni internazionali.
Ma il punto non è che l'Ue non deve donare il siero ai Paesi poveri ma che deve agire secondo le sue disponibilità del vaccino. E co si tra export e mancanza di siero, la vaccinazione in Europa è al palo. In cifre, delle 88 milioni le dosi anti Covid distribuite nell'Ue, come detto, 62 milioni sono state inoculate, con 18,2 milioni di europei che hanno ricevuto le due iniezioni, pari al 4,1% del totale dell'Ue. I ritmi sono blandi, rispetto alla media di Usa e Regno Unito, ma Bruxelles auspica un'accelerazione nel secondo trimestre dell'anno.
La Commissione si attende che almeno 106 milioni di dosi saranno consegnate entro la fine del primo trimestre 2021, con un pesante ritardo di AstraZeneca: so lo 30 milioni sui 120 che erano stati garantiti alla Ue, contro i 66 milioni su 65 milioni di Pfizer-Biontech e i 10 milioni su 10 milioni di Moderna. Il gap dovrebbe ampliarsi nel secondo trimestre, quando la Ue si aspetta un totale di 360 milioni di dosi: 200 milioni di Pfizer-Biontech, 35 milioni da Moderna, 55 milioni di Johnson&Johnson e, appunto, appena 70 milioni sui 180 previsti da AstraZeneca.
Tuttavia, la Commissione Ue ha intenzione di intraprende re azioni legali contro AstraZeneca se non otterrà risultati soddisfacenti sul rispetto del contratto per la consegna delle dosi del vaccino anti Covid. «Non vogliamo vincere una causa legale per il fatto di vincerla, ma per ottenere più dosi», soprattutto per il secondo trimestre, sul quale c'è preoccupazione, spiegano fonti Ue, aggiungendo che c'è ancora «un grande divario» sulle dosi concordate, oltre a «confusione su quali vanno a chi».