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Che stangata al governo. Il Tar del Lazio accoglie il ricorso contro il Dpcm che ha chiuso le scuole

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Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dalla professoressa Barbara Randazzo dello studio legale Onida-Randazzo per conto del comitato ’A scuola!’ di Milano e di un gruppo di genitori di studenti delle scuole secondarie. Il Tar ha ordinato alla Presidenza del Consiglio di riesaminare entro il 2 aprile il Dpcm del 2 marzo nella parte relativa alla chiusura della scuola per evidenti carenze istruttorie. I dati su scuola e contagi presentati dal Cts non sono infatti risultati convincenti. La Presidenza del Consiglio dei Ministri dovrà adottare «all’esito del riesame, un provvedimento specificamente motivato», si legge nella sentenza. Il governo non ha inoltre preso in considerazione la possibilità di applicare chiusure selettive nelle cosiddette zone rosse

I giudici, presidente Antonio Savo Amodio e l'estensore Lucia Maria Brancatelli, hanno così accolto la domanda cautelare presentata da un gruppo di studenti e genitori di alunni minorenni di tutta Italia, rinviando la discussione di merito all'udienza del 14 luglio.

Il Dpcm del 2 marzo comporta l'automatica chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado nelle "zone rosse", prevedendo il ricorso alla Didattica a Distanza nelle "zone gialle" e nelle "arancioni". I giudici hanno accolto le richieste «ai soli fini del riesame da parte della presidenza del consiglio dei ministri delle impugnate previsioni contenute nel Dpcm».

Resta però in vigore il Dpcm del 2 marzo. È quanto viene precisato da fonti qualificate dopo la decisione del Tar del Lazio, presa alla luce della cospicua documentazione prodotta in giudizio da numerosi genitori di studenti ricorrenti.

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