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Vaccino, la Von der Leyen e la lotta al Covid dell'Unione Europea: esportate più dosi di quelle distribuite

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L’Unione Europea pensa più ad esportare i vaccini che a distribuirli ai suoi stati membri. La campagna vaccinale procede a rilento in tutto il continente soprattutto per la mancanza di dosi a disposizione delle diverse nazioni, che devono far fronte a numeri di prodotti da inoculare molto più bassi rispetto a quelli attesi nei mesi scorsi e che permetterebbero di vincere la battaglia con il Covid. 

 

 

Alcuni lucidi diffusi sui canali social dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen - impegnata con il Consiglio Europeo in videoconferenza - evidenziano che l’Unione Europea ha esportato dal primo dicembre 2020 ad oggi circa 77 milioni di dosi di vaccini anti-Covid verso 33 Paesi. Covax, programma che vede l'Ue tra i principali donatori, ha consegnato 31 milioni di dosi di vaccini a 54 Paesi. 

 

 

Il problema sorge quando si vanno a vedere i numeri di dosi di vaccino che sono state invece distribuite ai 29 Stati che fanno parte dell’Unione. Sono 71.297.602 le dosi consegnate dai produttori ai paesi UE/EEA (European Economic Area). Quindi circa 6 milioni di dosi in meno rispetto a quelle esportate. Il numero totale di dosi di vaccino somministrate (il dato riguarda 30 paesi) è invece pari a 59.718.011. All’ultimo rilevamento all’Italia erano state assegnate 6.374.220 dosi, quarta nazione nella classifica alle spalle di Germania, Francia e Spagna.

 

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