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Vaccino, altri guai per Andrea Scanzi. L'ex sottosegretario alla Salute: "Non è di una categoria prioritaria"

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Non si è ancora spento il caso riguardante la vaccinazione di Andrea Scanzi, sottoposto ad inoculazione di un vaccino AstraZeneca quando non ne aveva diritto. A rincarare la dose sul giornalista è Monica Bettoni, ex sottosegretario alla Salute quando ero ministro Rosy Bindi, che da subito mette in chiaro le cose, che conosce in maniera diretta occupandosi delle inoculazioni nel Centro Affari di Arezzo: “Qui non si sono mai buttate le dosi di AstraZeneca che, peraltro, può essere conservato per 48 ore fra 2 e -8 gradi in un frigorifero normale”.

 

 

 

La dottoressa prodiana, che è stata anche insignita della croce di Cavaliere al merito per l’opera di volontariato prestata nell’aprile 2020 (piena pandemia) nell’ospedale a Fidenza, non accetta il comportamento da furbetto: “A quello che mi risulta - le sue parole a Il Tirreno - nell’Asl Sud Est non è mai stata sprecata una dose di vaccino. E anche prima che venisse creata la lista d’attesa di chi è disponibile a una chiamata dell’ultimo minuto, nel caso fossero avanzate dosi veniva scorsa la lista dei pazienti compilata per priorità di rischio. Perciò mi piacerebbe conoscere il medico di medicina generale che ha inserito Scanzi nella lista dei vaccinabili e quante segnalazioni analoghe ha presentato”.

 

 

Sul caso Scanzi ha polemizzato pure Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza della Rai: “Scanzi qualche giorno fa, si era vantato di essersi fatto vaccinare come ‘caregiver’ (persona che accudisce) dei suoi genitori, mettendosi in lista di attesa per le dosi d’avanzo. Ma in realtà non figura nella lista dei caregiver (perché non accudisce i genitori), non appartiene a categorie speciali, non si sa, insomma, perché sia stato chiamato e abbia saltato la lista. Dopo le polemiche Scanzi si è fatto intervistare su Rai3 da Bianca Berlinguer a Cartabianca, programma di cui è collaboratore ‘per un compenso ignoto’. E la Rai che cosa fa in questa vicenda? Invece di chiarire, manda in onda un’intervista a un proprio collaboratore, senza contraddittorio. Forse farebbe bene a ricordarsi che ha un Codice etico. E in base a questo Codice - conclude Anzaldi - dovrebbe valutare se sospendere la collaborazione di questo giornalista, almeno fino a quando la magistratura non avrà chiarito la sua posizione”.

 

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