Giovani, soldi e corna, su cosa si indaga durante il lockdown
"I problemi sono rimasti gli stessi, nel lockdown le persone hanno avuto modo di riflettere, soprattutto per quanto riguarda le famiglie: il Covid non ha spento la voglia di verità e le indagini continuano, con maggior vigore, soprattutto per testare la fedeltà del partner, allettato dal fascino dell'uscita proibita, la correttezza del figlio adolescente che scalpita chiuso in casa o di un ex coniuge che adduce la scusa della pandemia per rivedere l'assegno di mantenimento dei figli alla luce di uno stipendio ridotto dalla situazione attuale". La pandemia, dunque, non ha frenato le investigazioni e Miriam Tomponzi - tra le massime esperte del settore - all'Adnkronos spiega richieste consolidate e servizi evoluti.
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"A noi spesso si rivolgono genitori e nonni sia per i comportamenti dei giovani sul web o per le frequentazioni che ne derivano e che poi si possono riverberare anche in occasioni di incontro che non dovrebbero esserci e che avvengono lo stesso, anche quando non si potrebbe uscire. La tutela dei giovani - spiega - è un lavoro molto delicato, io ho iniziato così ed è fondamentale usare la massima attenzione quando si indaga su di loro, in modo da evitare che si accorgano di eventuali intrusioni nel pc e perdano la fiducia nei genitori. La richiesta è aumentata perché i figli scalpitano, stando a casa rinchiusi, e i genitori più attenti sono più ricettivi a certi segnali".
"Poi c'è tutta la parte dei divorzi o dell'affidamento dei minori - continua l'investigatrice privata - Ci viene richiesta un'indagine patrimoniale nel caso in cui il coniuge abbia chiesto la revisione dell'assegno di mantenimento del figlio per mancanza di risorse dovuta alla pandemia, non avendo lavorato e avendo così subito una diminuzione di reddito. Quello che dobbiamo accertare è se, come molte volte accade, non sia un escamotage adottato da tanti mariti per non pagare il mantenimento ai figli, pur magari avendo continuato comunque a lavorare con lo smart working, guadagnando lo stesso".
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E poi, immancabili, ecco i tradimenti, cercati, rincorsi, nonostante il lockdown. "Ci sono più segnali evidenti e si vuole mettere un punto fermo a situazioni che sono state sopportate magari a lungo, nella frenesia quotidiana. Pur stando a casa - sottolinea Miriam Tomponzi - restano infatti i social, molto deleteri per la fedeltà. Lo spazio per fare delle conoscenze è infinito e anzi, essendoci meno possibilità di uscire per andare al lavoro, è più facile stare al computer e il fascino del proibito rende tutto più allettante". "Sono soprattutto gli uomini a rivolgersi a noi per verificare presunti tradimenti. Molti anni fa erano più restii perché si vergognavano a mettere sul tavolo certe fragilità, ammettendo determinate situazioni; oggi invece non hanno alcuna remora e inseguono la verità con evidenze che si possono eventualmente portare in tribunale o che possono aiutare a capire se si tratti di una scappatella o di una vera e propria relazione extraconiugale".