Fuori Dal Coro, il caso Astrazeneca e i ritardi dell'Aifa: così il sistema è andato in crisi
Nell’ultima puntata di "Fuori dal Coro" in onda il 23 marzo e condotto da Mario Giordano su Rete 4, si cerca di fare chiarezza sull'Agenzia Italiana del Farmaco Aifa e sul caso vaccini mentre si moltiplicano i dirigenti all'interno dell'ente. L’Agenzia competente per l’attività regolatoria dei farmaci continua a far discutere sulle contraddittorie dichiarazioni in merito al blocco dei vaccini AstraZeneca e sui ritardi per l’approvazione di terapie analoghe fondamentali nella lotta al Covid. Tra ritardi e contraddizioni è saltato fuori anche il caso del numero di dirigenti impiegati nella struttura. Secondo il report del programma di Mario Giordano i dipendenti sarebbero lievitati nel giro di pochi anni passando da 250 a 400, fino al 2021 quando è previsto che si supererà quota 600 assunzioni con 257 dirigenti sarebbero inquadrati nel ruolo di dirigente. E allora la domanda sorge spontanea sul perché, vista l'escalation di assunzioni di personali, ci siano mega ritardo nella campagna vaccinale con attese lunghissime sulle fondamentali terapie a base di anticorpi monoclonali.
Parte il servizio e la giornalista di "Fuori Dal Coro" si trova sotto la sede italiana dell'Agenzia del Farmaco che occupa sette piani del palazzo. "Vi posso chiedere quanti siete?" domanda ad alcuni dipendenti che incontra per strada: "Circa 600" rispondono. "Il rapporto è un dirigente e due dipendenti" fa notare l'inviata. ""Forse ha ragione ma in pratica Siamo la metà di quelli che dovremmo essere" ribattono. Nonostante il numero di risorse umane a disposizione l'Aifa però è arrivata in ritardo su più di un fronte. A ottobre, in piena emergenza, l’Italia avrebbe potuto testare gratuitamente le terapie con i monoclonali, ma l’Aifa non ha autorizzato in emergenza senza il via libera dell’Ema: "Necessitano di un'autorizzazione europea" si sono giustificati. Solo a febbraio - nonostante i dati non fossero ancora sufficienti - è arrivato il via libera all'utilizzo. "Qua gli anticorpi monoclonali vengono utilizzati da molti mesi" dichiara l'ex direttore generale dell'Aifa Luca Pani. "Siccome sono tutti autorizzati in emergenza li avrei usati in maniera massiccia". "Non è questo quello che dovrebbe fare l'Aifa?" chiede la giornalista. "Sì, certo e ne ha il potere" risponde l'intervistato.
Ritardi e contraddizioni anche sull’utilizzo del plasma iperimmune e sulle cure da offrire a domicilio, nonostante la situazione drammatica il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini, avrebbe trovato il tempo per aggiornare il proprio curriculum, come mostra il video di Fuori Dal Coro. “Documento aggiornato il 15 marzo” giorno in cui l’Italia decide di sospendere la somministrazione dei vaccini AstraZeneca. Per Magrini non vi erano dubbi sull’efficacia e sulla sicurezza del vaccino inglese tanto da rilasciare un’intervista su Repubblica rimarcando la decisione politica della scelta: “Si è arrivati alla sospensione perché diversi Paesi europei, tra cui Germania e Francia, hanno preferito interrompere la vaccinazione dopo i singoli casi di eventi avversi che hanno suggerito di fare una pausa per le verifiche e poi ripartire. È stata una scelta di tipo politico”.
Ai microfoni dell’inviata della trasmissione di Mario Giordano però sembra dimenticare le affermazioni rilasciate poche settimane prima dichiarando: “No. Lei non ha capito”. In studio il conduttore sottolinea i pasticci della “somma agenzia del farmaco” di cui gli italiani dovrebbero avere fiducia piena rimarcando invece anche le contraddizioni sul limite massimo di età per i vaccini di Oxford: “Prima fa casino con l’età, 55 poi 65 anni poi va bene per tutti - denuncia Giordano - dichiarano la sospensione un ingiustificato allarme e poi lo sospendono”. Ricapitolando: l'Aifa arriva in ritardo sulle monoclonali, adesso paghiamo quello che potevamo avere gratis a settembre, le cure al plasma non pervenute, sulle terapie domiciliari non si pronuncia, poi il pasticcio su Astrazeneca.
Infine la stoccata di Giordano al direttore dell’Aifa: “Quel 15 di marzo quando ha deciso di sospendere il vaccino, provocando il panico nei cittadini, Nicola Magrini ha avuto il tempo di aggiornare il tuo curriculum per mandarlo al ministro della Salute Roberto Speranza che lo riconferma direttore generale dell'Aifa". “A me viene il sospetto che la decisione politica dell'Aifa non tenda a tutelare la salute degli italiani ma il posto, la poltrona del medesimo direttore generale. E sarebbe gravissimo".