Troppi furbetti e salta-fila, la mossa di Draghi sui vaccini: ultimatum alle Regioni
Il cambio di passo non basta, ci vuole un colpo di spugna. Parliamo dei vaccini che il premier Mario Draghi con il commissario Francesco Paolo Figliuolo vuole riorganizzare dalla base dopo le difformità e i disservizi che hanno caratterizzato la campagna nelle diverse Regioni negli ultimi giorni.
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Il caso Lombardia, dove il governatore Fontana ha azzerato i vertici della società Aria che gestiva le prenotazioni, non è isolato, scrive La Stampa che rivela: la sanità territoriale ha finora utilizzato tre dosi di vaccino su quattro. Draghi, riporta il quotidiano torinese, è "impressionato" dalle disparità in termini di età: la fascia 70-79 anni è la meno vaccinata, 322 mila persone surclassate dai ventenni: 574 mila somministrazioni del gruppo 20-29 anni.
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Insomma, le Regioni ora si devono adeguare. Dopo la disponibilità a offrire task force Difesa-Protezione civili in supporto dei governatori Palazzo Chigi spinge per una piattaforma unica di prenotazioni, quella di Poste italiane oggi utilizzata da Sicilia, Calabria, Marche, Abruzzo, Basilicata e a giorni in Lombardia. E chi non si adeguerà? L'alternativa non c'è, Draghi è pronto a imporlo con una norma di legge facendo uso della clausola di supremazia della legge nazionale garantita dall'emergenza pandemica.
La piattaforma unica aiuterebbe l0'efficienza ma non solo. Anche il controllo. Basta furbetti, saltafile, corsie preferenziali. Troppe difformità tra territori nonostante l'ultimo Piano vaccinale elenchi nel dettaglio le esenzioni che consentono una vaccinazione prioritaria.
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Il messaggio del premier ai governatori dopo il vertice a Palazzo Chigi con il commissario Figliuolo e il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio è chiaro: stop alle corsie preferenziali per i vari ordini professionali e lobby, sotto con le dosi ai più fragili. Secondo l'ultimo report della fondazione Gimbe i casi dei vaccinati che non ne avevano diritto sono clamorosi: dagli informatori farmaceutici agli addetti stampa degli ospedali, dagli psicologi ritirati dalla professione ad avvocati e magistrati. Ora basta.