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Mascherine Lazio, da Giletti il fuori onda clamoroso. Cosa ammette di Tulumello: a che fare con figli di pu***na...

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Torna sotto i riflettori lo scandalo mascherine nel Lazio. Ospite in studio di Massimo Giletti a “Non è l’Arena” domenica 21 marzo c'è la consigliera regionale Roberta Angelilli che insieme a Chiara Colosimo di Fratelli d’Italia ha spiegato: “Avevamo capito che qualcosa non stava funzionando nel Lazio perché giornalmente ricevevamo segnalazioni da parte di medici, ospedali, Rsa, carceri che lamentavano scarsità di mascherine. E questo ci sembrava molto strano, perché la Regione Lazio aveva messo a disposizione oltre 105 milioni di euro per acquistare dispositivi di protezione". I soldi quindi c’erano, tanti, ma le mascherine non arrivano sul territorio. Insieme alla Colosimo denunciano il fatto che un grosso quantitativo di mascherine non era arrivato nonostante alla società fossero stati pagati milioni e milioni di anticipo.


L’inchiesta ha evidenziato come nel Lazio società che non avevano alcuna esperienza nel settore delle mascherine sono state scelte come intermediari per milioni e milioni di euro per la compravendita di questi dispositivi di sicurezza. Secondo Giletti, tre aziende si sarebbero rese intermediarie per portare le mascherine, avrebbero preso milioni di euro di anticipo ma non avrebbero mai portato i dispositivi di sicurezza nel Lazio, come pattuito. Nell’ordine: la European Network Tlc avrebbe preso 17,5 milioni di euro, la Eco.Tech. Srl 14 milioni e l’Internazionale Biolife srl 4,9 milioni. Quindi ben 36,4 milioni di euro andati in fumo. Aziende che producono tutt’altro: dalle lampadine ai coadiuvanti sessuali. “Alcuni sarebbero legati addirittura alla criminalità organizzata” spiega il giornalista del Domani  Trocchia. “Affidamenti avvenuti senza alcun controllo preventivo”.

 

Allo scandalo delle mascherine pagate in acconto per milioni di euro e mai arrivate, per via di mancati controlli ad aziende che poi si sono rivelate inadeguate a rispettare gli accordi ma che si sono guardate bene a restituire i soldi, Carmelo Tulumello, Direttore della Protezione Civile del Lazio risponde così: “Le aziende si sono proposte al pari di altri 40 fornitori e fortunatamente è stato fatto, come conferma ANAC, in piena regolarità e rispetto delle norme”. E questo anche nel caso della Eco.Tech. Srl che produceva in origine lampadine e non ha restituito i 14 milioni di euro ricevuti in acconto. Per giustificare l’assoluta mancanza di controlli, Tulumello dichiara: “Noi in quel momento dovevamo perseguire ogni strada possibile per poter portare a casa le forniture”. Peccato, però, che non le abbiano portate. “Noi abbiamo fatto le nostre verifiche - ribadisce Tulumello -. La magistratura ne è al corrente”.

 

 

E alla domanda dell’inviato sul perché non si siano accorti che i certificati a garanzia e la fideiussione fossero contraffatti, Tulumello in evidente imbarazzo tenta di giustificare l’operato della Protezione Civile. E sottolinea: “C’è un decreto ingiuntivo perché la compagnia non vuole pagare”. E aggiunge: “Io sono soddisfatto e orgoglioso di aver difeso i medici e gli infermieri delle strutture sanitarie in un momento in cui bisognava fare una scelta”. Insomma, il fine giustifica i mezzi.

 

Ma quando pensa di non essere a portata di telecamera Tulumello si sfoga: “Siamo stati truffati, ma grazie al lavoro del sottoscritto e di chi ha ca**to sangue qui abbiamo dato alla regione Lazio quello di cui aveva bisogno. E alla gente non è che non gliene debba fregare un ca**o solo perché il popolo vuole il sangue”. Alla gente non interessa dirci: “siete stati bravi anche se avete avuto a che fare con dei figli di pu**ana”.

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