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Mario Draghi come Angela Merkel: "Se l'Ue funziona bene, altrimenti...". Europa ko sui vaccini

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La conferenza stampa più che il modello italiano segue quello europeo, una breve introduzione e poi domande e risposte. Draghi non si sottrae, risponde a tutte le provocazioni, anche quella sulla sudditanza alla Germania nella decisione su Astrazeneca: "La decisione non è stata presa per imitazione o 'per interessi tedeschi', niente del genere, secondo me era giusto perché chiunque al mio posto avrebbe fatto lo stesso". Ma sull'Ue è in sintonia con Merkel: "Se il coordinamento Ue viene meno bisogna essere pronti a far da soli. E' questo che ha detto la Merkel e questo dico io qui". "Bisogna essere pratici, si cerca di stare insieme ma qui si tratta della salute, se il coordinamento europeo funziona bisogna seguirlo, se non funziona bisogna andare per conto proprio".  E ancora: "La campagna vaccinale europea ha avuto sicuramente problemi che risalgono ai modi in cui i contratti sono stati fatti, alle scelte delle ditte, ma col senno di poi si trovano tanti errori".

Nel frattempo il premier assicura che anche lui si vaccinerà con Astrazeneca, "non mi sono ancora prenotato". E che servono "regole comuni", partendo dagli anziani e dai fragili. Ma bisogna ingranare la marcia e migliorare: "le regioni vanno in ordine sparso e questo non va bene, andiamo forte a livello nazionale ma le regioni sono difformi sia nei criteri che nella capacità di somministrare i vaccini. Alcune arrivano al 25% altre al 5%". E la scuola è un'altra priorità: "Per quel che mi riguarda la scuola sarà la prima a riaprire quando la situazione dei contagi lo permetterà"almeno "fino alla prima media".

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