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L'Aria Che Tira, Maria Giovanna Maglie contro Draghi: "Errori terribili". Scintille in studio

Giada Oricchio
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Scintille tra Maria Giovanna Maglie e Francesco Magnani, il conduttore de “L’Aria che Tira”, giovedì 18 marzo, nella giornata nazionale delle vittime del Covid-19. Francesco Magnani ha aperto la diretta de “L’Aria che Tira” con le immagini del premier Mario Draghi a Bergamo per commemorare le 103.000 vittime del Covid in un anno. La giornalista  Maria Giovanna Maglie ha commentato: “Vorrei accompagnare il giorno dell’omaggio ai morti con una sana polemica priva di retorica: se contiamo tutti quei morti è perché ci sono stati errori terribili sia italiani che europei e bisogna individuare i responsabili. Gli ultimi colpevoli sono le popolazioni o gli italiani, io non dimentico i politici che dicevano di abbracciare un cinese, di mangiare lo spring roll o di andare sui Navigli”, il conduttore l’ha interrotta per precisare che l’invito a minimizzare non proveniva solo da esponenti della maggioranza e la Maglie ha risposto stizzita: “Se mi fai parlare! Se mi fai finire lo dico anch'io! Altrimenti lo dici tu ed è un’altra cosa. Non lo fecero solo leader di maggioranza, ma anche di opposizione però, visto che tieni a sottolinearlo e so a chi ti riferisci, allora ricordo che Salvini non si è mai magnato lo spring roll e non ha mai abbracciato un cinese”.

Poi ha proseguito: “La colpa è di chi ha lasciato credere agli italiani che non c’era niente di preoccuparsi, a settembre non abbiamo chiuso perché si sono volute fare le elezioni e ora abbiamo sospeso un vaccino perché abbiamo lasciato credere che fosse a rischio zero. La verità è che i cinesi ci hanno imbrogliato. Adesso Mario Draghi ci indichi le strade, se non definitive, quelle possibili”.

Severo il giudizio sulla campagna vaccinale e sullo stop momentaneo a AstraZeneca a seguito di alcune morti sospette (al momento il nesso causa-effetto con il vaccino non è stato provato, nda): “Draghi e Macron hanno sbagliato, si sono trovati in un angolo e hanno inseguito la Germania quando invece bastava dire alla Merkel di aspettare due, tre giorni il parere dell’agenzia preposta (l’Ema si pronuncerà oggi sulla sicurezza del vaccino, nda) invece di spargere panico e preoccupazione, è un guaio perché adesso dovremmo ricominciare daccapo a convincere le persone a vaccinarsi. Credo che non si possa negare il fallimento del sistema super centralizzato e burocratizzato dell’Ue. Sui vaccini, sovranismo e patria non sono parolacce, chi governa deve difendere l’interesse nazionale, faccio l’esempio della Germania: quando ha sospeso AstraZeneca aveva milioni di dosi Pfizer a disposizione. Attenzione a chi predica bene e razzola male”.

 

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