
Processo Eni-Nigeria, tutti assolti. Bisignani e Descalzi esultano

Sono stati tutti assolti perché "il fatto non sussiste" i 15 imputati nel processo Eni-Nigeria, accusati di corruzione internazionale relativamente ai diritti di esplorazione del giacimento Opl245. A deciderlo è stata la settima sezione penale del Tribunale di Milano, presieduta dal giudice Marco Tremolada, dopo oltre 6 ore di camera di consiglio; il dispositivo della sentenza è stato letto nell'aula appositamente creata alla Fiera di Milano. Assolti dunque l'attuale a.d. di Eni, Claudio Descalzi, e l'ex numero 1, Paolo Scaroni e di conseguenza anche le due società imputate nel processo: Eni e Shell. L'indagine condotta dalla Procura di Milano (dall'Aggiunto Fabio De Pasquale e dal pm Sergio Spadaro) puntava a dimostrare il pagamento di una maxi-tangente da 1 miliardo e 92 milioni ai politici per l'ottenimento del blocco petrolifero.
"C'è un giudice a Berlino". Così Luigi Bisignani commenta all'Adnkronos l'assoluzione di tutti gli imputati nel processo sulla presunta tangente da 1,092 miliardi di dollari. Per Bisignani, accusato di aver fatto da intermediario nell'affare, la procura aveva chiesto una condanna a 6 anni e 8 mesi.
"Dopo tre anni di processo, tante udienze, dopo aver analizzato migliaia di documenti finalmente oggi a Claudio Descalzi è stata restituita la sua reputazione professionale e a Eni il suo ruolo di grande azienda della quale l'Italia deve essere orgogliosa". Cosi' l'avvocato Paola Severino, che, nel processo ha sostenuto la difesa dell'a.d. di Eni, ha commentato la sentenza.
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