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L'incredibile truffa delle mascherine alla Regione Lazio: sei arresti e 7 milioni buttati

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Ancora una truffa per le forniture dei dispositivi di protezione individuale ha colpito la Protezione civile della Regione Lazio. I militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Taranto hanno posto ai domiciliari sei persone accusate di associazione per delinquere finalizzata alle truffe per le forniture di mascherine e camici provenienti da Turchia e Cina, risultati non conformi ai requisiti di legge, nei confronti della Protezione civile del Lazio e di altre imprese, riciclaggio e autoriciclaggio. È stato inoltre disposto il sequestro preventivo dei proventi illeciti di circa 4 milioni di euro. Le misure restrittive sono state firmate dal gip Benedetto Ruberto su richiesta del procuratore aggiunto Maurizio Carbone e del sostituto Antonio Natale.

Sei milioni di mascherine, promesse lo scorso marzo, quando nell’emergenza della prima ondata pandemica i Dpi erano praticamente introvabili, da consegnare alla Protezione civile della Regione Lazio in tre giorni e arrivate invece a destinazione ad agosto, ovvero dopo cinque mesi. Non solo. Fra le promesse fatte dalle sei persone arrestate dalla Gdf di Taranto alla Regione Lazio c’erano anche due milioni di camici e tute idrorepellenti, di cui sono stati consegnati solo 147.940 camici, con certificazione di conformità contraffatta.

«La Internazionale Biolife aveva proposto il 27 marzo 2020 all’Agenzia regionale della Protezione Civile della Regione Lazio una offerta per la vendita di 3 milioni di mascherine Ffp2 e 3 milioni di mascherine chirurgiche a tre strati per un ammontare complessivo di 10,8 milioni di euro, da consegnare dopo appena tre giorni il 30 marzo 2020 all’aeroporto di Fiumicino - si legge nell’ordinanza del gip di Taranto - Il 29 marzo poi ha proposto allo stesso Ente la vendita di un milione di camici idrorepellenti e di un milione di tute isolanti per un ammontare complessivo di 14 milioni di euro. A fronte di questi accordi, la società ha ricevuto un acconto di 4,8 milioni di euro e un altro di 2,1 milioni di euro». Il totale fa quasi 7 milioni di euro.

«La Internazionale Biolife - sottolinea il gip - quando aveva proposto la fornitura di mascherine e camici, non aveva ancora la disponibilità della merce e non aveva neanche contezza della tempistica necessaria per soddisfare le esigenze dell’Ente. Alla data del 28 aprile la Internazionale Biolife non aveva ancora consegnato all’Agenzia Protezione civile della Regione Lazio alcun dispositivo di protezione individuale pur avendo ricevuto il cospicuo anticipo di 4,9 milioni di euro».

«La Internazionale Biolife ha provveduto a consegnare solo nel mese di agosto le mascherine, ben oltre i termini contrattuali statuiti, approvvigionandosene in un periodo di maggiore facilità di reperimento - si legge nell’ordinanza - e probabilmente ad un prezzo decisamente inferiore a quello che avrebbe dovuto pagare se avesse rispettato i termini di consegna in piena emergenza Covid 19».

Quanto alla fornitura dei camici e tute protettive, «alla Regione Lazio sono state consegnate solo 147.940 camici a fronte di un milione di camici promessi, ma soprattutto le indagini svolte dalla Gdf hanno consentito di accertare che quei camici consegnati erano accompagnati da certificazione cdi conformità palesemente contraffatta».

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