Caso AstraZeneca, Draghi: non c'è prova che le morti siano causate dal vaccino
Non c'è una evidente correlazione tra eventi avversi e il lotto di vaccino AstraZeneca ritirato. Ad affermarlo è il premier Mario Draghi che nel suo intervento al termine della visita all'hub vaccinale di Fiumicino, nei pressi dell'aeroporto Leonardo da Vinci, rilancia il parere dell'Agenzia per il famraco. Il caso è quello del blocco precauzionale scattato per il lotto ABV2856 di vaccini anti-Covid AstraZeneca distribuito in tutte le regioni italiane per "tre eventi avversi fatali", morti legate, secondo i primi accertamenti, a trombosi e coaguli del sangue.
AstraZeneca lo farei anch'io. Bassetti sul caos vaccini
"Sono consapevole che le misure di oggi avranno conseguenze sull’istruzione dei figli, sull’economia e sullo stato anche psicologico di noi tutti. Sono necessarie per evitare un peggioramento che renderebbe inevitabili provvedimenti ancora più stringenti. Ma, a queste misure, si accompagna l’azione di governo a sostegno di famiglie e imprese e l’accelerazione della campagna vaccinale, che sola dà speranza di uscita dalla pandemia".
AstraZeneca, ancora paura. Militare di Taranto in coma
"Nella giornata di ieri, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha bloccato un lotto di vaccini AstraZeneca, dopo la segnalazione di alcuni gravi eventi avversi. È una decisione precauzionale, in linea con quanto fatto in altri Paesi europei, e che dimostra l’efficacia dei sistemi di farmacovigilanza. Il parere dell’AIFA, condiviso dagli scienziati, è che non ci sia alcuna prova che questi eventi siano legati alla somministrazione del vaccino. L’Agenzia Europea per i Medicinali sta esaminando i casi sospetti, ma ha anche consigliato di proseguire col suo utilizzo. Qualunque sia la decisione finale dell’EMA, posso assicurarvi che la campagna vaccinale proseguirà con rinnovata intensità", ha detto Draghi che è entrato nel merito della campagna vaccinale.
Draghi fa il punto su vaccini, caso AstraZeneca e ristori: "Nuovo scostamento di bilancio"
"Ad oggi, si vedono già i primi risultati di questa accelerazione" nelle vaccinazioni, ha detto il premier. "Solo nei primi undici giorni di marzo è stato somministrato quasi il 30% di tutte le vaccinazioni fatte fino all’inizio di questo mese: è il doppio della media dei due mesi precedenti. Il ritmo giornaliero attuale è di circa 170.000 somministrazioni al giorno. L’obbiettivo è triplicarlo presto".
La svolta di Draghi sulla comunicazione. "Ma perché tutto questo inglese?"
"Abbiamo già ricevuto 7,9 milioni di dosi, ma contiamo su una forte accelerazione nelle prossime settimane, anche a seguito della recente approvazione del vaccino Johnson & Johnson. Inoltre, di oggi è la conclusione del primo contratto tra un’azienda italiana e un’azienda titolare di un brevetto. Continueremo a sviluppare la capacità produttiva di vaccini in Italia", ha spiegato Draghi. "L’Unione Europea ha preso degli impegni chiari con le case farmaceutiche e ci aspettiamo che vengano rispettati. In queste settimane abbiamo preso decisioni forti nei confronti delle aziende in ritardo con le consegne. Seguiteremo a farlo, per difendere la salute degli italiani".