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Meghan Markle spacca i media inglesi ma gli italiani non ci cascano

Fosca Bincher
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Ha colpito dove voleva, Meghan Markle con la sua intervista a Oprah Winfrey dove ha fatto la comparsa anche il marito, l'ex principe Harry. E non ha scatenato solo il panico a Buckingham Palace, dove ci si preparava da giorni a rispondere alle sue rivelazioni come ha fatto in modo convincente e mirabile la regina Elisabetta, a cui non la si può fare così facilmente. Ma le due armi micidiali sfoderate dall’attrice di Suits - razzismo e suo presunto tentativo di suicidio - si sono trasformate in frecce avvelenate che hanno colpito ben altri ambienti: prima di tutti quello dell’informazione britannica su cui sembra essere passato uno tsunami. E poi anche quello della politica inglese.

 

 

Ieri ha dovuto annunciare le sue dimissioni da Itv il conduttore di Good Morning Britain, Pier Morgan, che il giorno precedente aveva commentato l’intervista con un certo sarcasmo, mostrando di credere assai poco alle rivelazioni, in particolare al proposito di togliersi la vita. Era arrivata una protesta formale con l’emittente da parte di Meghan, che è un piccolo genio in comunicazione e ha puntato infatti non sulla vicenda personale, ma su un tema che toccava la sensibilità del politically correct. Ha sostenuto infatti che lo scetticismo del conduttore sul tentativo di suicidio avrebbe offeso denigrandola la sensibilità di tutti quelli che hanno problema di depressione mentale. E infatti poco dopo sul povero Morgan è piovuta l’indignazione di decine di associazioni che si occupano del disagio mentale. Lo avevamo segnalato l’altro giorno quasi in diretta: l’intervista era accompagnata nei lanci sui principali network americani proprio dagli spot di quelle stesse associazioni, che reclamizzavano il loro numero verde. A qualcuno qui sarà sembrata pubblicità progresso, ma nel mondo anglosassone quello del disagio mentale e della depressione è uno dei grandi business di più o meno veritiere ong.

Stessa cosa è ovviamente accaduta sulla questione razzismo, che è esplosa alla Camera dei comuni dove già vogliono fare la commissione di inchiesta e ha spaccato anche il fronte della stampa britannica. Da un lato i direttori di The Guardian, di Financial Times e Huffington Post UK dalla parte di Meghan e dall’altra la Society of editors, una sorta di sindacato dei direttori dei giornali che ha ritenuto inaccettabili le accuse della consorte di Harry di essere stata trattata con venature razziste anche da tabloid britannici come The Daily Mail e The Sun.

 

 

Ma se in quel mondo anglosassone che era il suo obiettivo Meghan ha letteralmente spaccato, fuori da quei confini le cose sono state ben diverse. Anche in Italia, dove la visione integrale del documento ha lasciato molte perplessità. Ad esempio si è scoperto che le due accuse pre-lanciate erano contenute nella primissima parte dell'intervista, e l’operazione serviva evidentemente a fare proseguire in un ascolto che invece è stato per il resto assai deludente. Vedendo le immagini anche il dubbio di una operazione preparata da tempo si è rafforzato: intervistata e intervistatrice si conoscevano da tempo e probabilmente al momento di andare in onda a chi faceva le domande erano già note le risposte. A parte una lacrimuccia sgorgata a Meghan con un tono di voce che però non era così rotto (sono cose che ci si abitua a fare sul set), anche i passaggi chiave sono sembrati troppo teatrali per non essere stati preparati e ripreparati prima della registrazione. Anche quello sulla accusa di razzismo a Corte, preoccupata per il colore della pelle del nascituro Archie. Meghan fa quasi scivolare la rivelazione nel nulla. Potrebbe aggiungere qualcosa, ma la telecamera la molla e inquadra il primo piano di Oprah che attende qualche secondo di troppo per essere certa di essere al centro della scena ed emette in modo che è sembrato assai forzato un «What?» (Cosa?) che non tradisce in realtà alcuna sorpresa reale. Così come la continuazione del racconto di Meghan, che non tradisce emozioni e sembra quasi ritrarre il braccino dopo avere gettato il sasso. La sola cosa «nature» è parsa l’ingresso in scena di Harry: poche parole, la mano della moglie stretta nella sua, toni semplici e discorsi smozzicati corretti poi da lei per alzare il tono. Una comparsa. Sul set e probabilmente anche nella vita reale.

 

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