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Covid, il bollettino che fa tremare la Lombardia: così rischia la zona rossa

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La Lombardia è sempre più vicina alla zona rossa, ma le autorità regionali sperano che l'arancione rafforzato (e l'eventuale lockdown nel weekend deciso da Roma) possa bastare a frenare il contagio che in Regione viaggia a ritmi forsennati.

I numeri parlano chiaro: altri 4.084 casi in 24 ore, tasso di incidenza dei positivi su test all'8,5% contro il 5,7% nazionale, ancora 63 vittime per un totale che sfiora le 29mila, con la province di Brescia vicina ai mille contagi e quella di Milano che li supera. La pressione sugli ospedali comincia a essere sempre più forte: da ieri tutti gli interventi programmati in regione sono stati sospesi per far posto ai ricoveri Covid, mentre la campagna vaccinale continua a non ingranare a fronte delle promesse del consigliere Guido Bertolaso di vaccinare tutti i lombardi entro fine giugno.

Su una possibile zona rossa "non escludo e non penso a nulla: valutiamo con cautela, attenzione e serietà la situazione", ha chiarito il presidente della Lombardia Attilio Fontana a margine della visita al 'treno sanitario' in stazione Centrale a Milano. "Credo che si debba monitorare giorno dopo giorno: ci sono delle zone in Lombardia in cui i numeri stanno leggermente migliorando: guardiamo con ottimismo a questi numeri, sperando che si estendano a tutta la regione", ha aggiunto precisando "l'arancione rafforzato è già una misura importante ai fini del contenimento", ma che "i numeri non stanno migliorando".

A mancare è un tassello fondamentale del piano messo a punto dai vertici di Palazzo Lombardia: i vaccini. "La Lombardia è in difficoltà sui vaccini e, dentro la regione, la provincia di Brescia e quelle limitrofe sono quelle che ancora una volta stanno soffrendo maggiormente", ricorda il sindaco della Leonessa, Emilio Del Bono, a margine della visita di Fontana all'hub vaccinale di via Morelli.

Nel quadro, non certo roseo, si inserisce anche l'ultima nota discordante che rischierebbe di mandare a monte l'intero piano. Secondo quanto scoperto da Radio Popolare, e denunciato dalle opposizioni, ci sarebbe una falla nel sistema di prenotazione delle vaccinazioni, gestito da ARIA, che permetterebbe, a chi non ne ha diritto, di prenotarsi per la fase 1bis.

I casi raccolti dall'emittente si riferiscono in particolare a un link mandato dall'Asst Santi Paolo e Carlo di Milano che starebbe girando in chat private e da cui si potrebbe prenotare senza altre specifiche. 'Furbetti' che, conferma la Asst ci sono stati, ma che sarebbero stati rimandati al mittente.

"Dai controlli interni sono stati individuati, identificati ed eliminati dagli appuntamenti fissati 220 persone non aventi diritto (pari allo 0,4%, degli oltre 18mila vaccinati) che, consapevoli di non essere autorizzati, hanno tentato senza successo di ovviare le regole", precisa la direzione aziendale dell'Asst Santi Paolo e Carlo.

Intanto le opposizioni partono all'attacco. "Sulle prenotazioni vaccinali in Lombardia, e sulla campagna vaccinale in generale, la realtà sta superando il più terribile degli incubi", dice il capogruppo M5s in Consiglio regionale Massimo De Rosa, mentre per il dem Samuele Astuti "centri vaccinali vuoti" e "prenotazioni che non funzionano" dimostrano che "l'organizzazione è in tilt e l'informazione confusa"

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