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La stretta di Draghi: lockdown totale nel fine settimana, salta la riapertura di cinema e teatri

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Il Dpcm sulle misure anti-Covid è in vigore da pochi giorni ma il governo di Mario Draghi ha già deciso di cambiarlo. I dati sono allarmanti e nuovi divieti sono in rampa di lancio. Questa mattina il Cts, il Comitato tecnico-scientifico, è stato convocato alle 9 per mettere a punto il pacchetto di norme che potrebbero entrare in vigore già nel fine settimana. 

L'incontro è in corso e tra le ipotesi al vaglio, come trapela dalla riunione,  c’è la possibilità di far scattare la zona rossa in automatico, dove si verifica un’alta incidenza, ovvero 250 casi ogni 100mila abitanti, la chiusura nei weekend e zone rosse più rigide.

 

 

Infatti tra le possibili misure c'è il lockdown nei giorni di sabato e domenica (festivi e prefestivi) e in tutte le aree dove i contagi settimanali sono superiori ai 250 per 100mila abitanti che diventano zona rossa, riporta il Corriere della sera. Si tratta del requisito per chiudere le scuole, che verrebbe esteso a tutte le attività a eccezione per quelle essenziali. Nella richiesta al Cts Palazzo Chigi non nasconde "il progressivo mutamento del quadro epidemiologico" e pertanto preme per la "necessità di implementare le misure di mitigazione e contenimento del virus". In altre parole, non c'è alternativa a misure drastiche anche in fascia gialla e arancione.

 

Gli esperti insistono con l'adozione del "modello Codogno" per le zone rosse, ossia il divieto totale di uscire di casa a eccezione di comprovate e motivate esigenze. Ma nel fine settimana tutta Italia dovrebbe diventare una grande zona rossa, chiedono gli scienziati, con un lockdown nazionale per vietare gli spostamenti e ogni occasione di contagio. Negozi, ristoranti, bar: tutto chiuso anche in zona gialla nei giorni di maggiore afflusso. Dovrebbero rimanere consentiti consegne e asporto ma sarà confermato il divieto di consumare cibi e bevande all'aperto e nelle adiacenze dei locali.

 

Novità anche per le decisioni già prese, come quelle della riapertura di cinema e teatri dal 27 marzo annunciata in pompa magna dal ministro Dario Franceschini. La svolta non appare più scontata, riporta il Corriere, e la misura potrebbe saltare. Si valuterà il 20 marzo, con i dati settimanali del contagio.

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