Dpcm, stretta del Viminale sugli assembramenti: "Rafforzate i controlli"
Oggi è entrato in vigore il nuovo Dpcm, ma non c’è possibilità di abbassare la guardia davanti all’aumento dei contagi registrato nelle ultime due settimane. Per evitare che esplodano ulteriormente i numeri della pandemia Covid il Viminale, guidato dal ministro Luciana Lamorgese, ha emanato una circolare volta a ridurre l’impatto della movida e degli assembramenti.
Il nuovo Dpcm è in vigore. Cinque regioni in rosso ma resta l'incubo lockdown per tutti
“Anche a seguito di recenti episodi di assembramento verificatisi in alcuni grandi capoluoghi, nell’imminenza del passaggio ad una zona caratterizzata da misure più restrittive, servizi di controlli mirati andranno pianificati, con il concorso delle polizie locali, nelle zone urbane usualmente interessate dal fenomeno della ‘movida’ anche nei giorni festivi e prefestivi”, si legge nella circolare partita dal Viminale e destinata ai prefetti.
La Raggi vieta la vendita di alcolci nei minimarket dopo le 18
I prefetti, spiega il capo di Gabinetto Bruno Frattasi, sono pregati di “adottare ogni necessaria iniziativa per una puntuale attività di controllo, volta a garantire l’osservanza delle misure in argomento, tenuto conto della necessità di fronteggiare efficacemente i paventati rischi di recrudescenza dei contagi legati, in particolare, alla diffusione delle varianti”. “Particolare attenzione - sottolinea la circolare - andrà riservata alle aree territoriali interessate da provvedimenti più restrittivi, adottati dalle autorità regionali o comunali per effetto dell’aggravamento del quadro epidemiologico. In detti casi, i controlli, nel quadro di una generale sostenibilità che andrà scrupolosamente valutata in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, dovranno principalmente riguardare le vie di accesso o di uscita dai territori oggetto dei provvedimenti in questione”. I cittadini dovranno evitare in ogni modo assembramenti.
"Affamato e arrabbiato". Chi è manager contro il coprifuoco, lo sfogo che diventa un caso