Catastrofe

Covid, mai così tanti morti in Italia dal secondo dopoguerra: quasi 750mila decessi

Nel 2020 i decessi in Italia sono stati 746.146, un dato che mostra un incremento del 15,6% rispetto alla media degli anni 2015/2019. I dati sono stati pubblicati in un report dell’Istat ed evidenziano in particolare una catastrofe nelle città del Nord, quelle che hanno il maggior aumento percentuale di morti: spiccano Bergamo +60,6%; Cremona +52,7%, Lodi +46,7%,  +40,7%. Tra le grandi città Roma ha avuto un aumento del 5,3%, Napoli del 9%, mentre Torino e Milano segnalano rispettivamente un +23% e +32%.

 

Per quanto riguarda l’incremento dei decessi nel 2020 rispetto alla media degli anni 2015/2019, il mese peggiore è stato novembre col +52,48%. Ecco nel dettaglio la mortalità nei mesi del 2020: gennaio e febbraio -6,1%; marzo +48,45%; aprile +40,6%; maggio +3,38%; giugno +0,2%; luglio -0,75%; agosto +5,3%; settembre +5,96%; ottobre +16%; novembre +52,48%; dicembre +28,8%. Tra il mese di febbraio e il 31 dicembre 2020 sono stati registrati 75.891 decessi nel Sistema di Sorveglianza Nazionale integrata Covid-19 dell’ISS. 

 

 

“Nell’anno 2020 - si legge sul documento dell’Istat - il totale dei decessi per il complesso delle cause è stato il più alto mai registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra, 746.146 decessi, 100.526 decessi in più rispetto alla media 2015-2019 (15,6% di eccesso). In tale valutazione occorre tener conto che nei mesi di gennaio e febbraio 2020 i decessi per il complesso delle cause sono stati inferiori di circa 7.600 unità a quelli della media dello stesso bimestre del 2015-2019 e che i primi decessi di persone positive al Covid19 risalgono all’ultima settimana di febbraio. Guardando alle classi di età, il contributo più rilevante all’eccesso dei decessi dell’anno 2020, rispetto alla media degli anni 2015-2019, è dovuto all’incremento delle morti della popolazione con 80 anni e più che spiega il 76,3% dell’eccesso di mortalità complessivo; in totale sono decedute 486.255 persone di 80 anni e oltre (76.708 in più rispetto al quinquennio precedente)”.