Caos vaccini, Roberto Burioni contro i ritardi: "Le morti da qui in avanti potevano essere evitate"
"In UK, grazie alle vaccinazioni, gli anziani (vaccinati per primi) praticamente non muoiono più. E' bene dunque puntualizzare che le morti da qui in avanti potrebbero essere state evitate se non ci fossero stati ritardi nelle vaccinazioni". Il virologo Roberto Burioni continua a picchiare durissimo sul caos vaccini europeo e soprattutto italiano. La polemica per i ritardi nella campagna vaccinale è ferocissima: l'Ue nei giorni scorsi ha assicurato che, se fosse stata presentata richiesta, l'Ema avrebbe valutato lo Sputnik V seguendo la procedura prestabilita ma la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen aveva avvertito che in aggiunta si sarebbero dovute tenere delle ispezioni nei siti di produzione visto che questi erano all'esterno dell'Ue.
In UK, grazie alle vaccinazioni, gli anziani (vaccinati per primi) praticamente non muoiono più. E' bene dunque puntualizzare che le morti da qui in avanti potrebbero essere state evitate se non ci fossero stati ritardi nelle vaccinazioni. pic.twitter.com/QQIB1WuTR3
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) March 1, 2021
Al momento sono tre i vaccini anti Covid-19 il cui uso è autorizzato in Italia: quello di Pfizer e BioNTech, quello di Moderna e quello di AstraZeneca. I primi due sono stati impiegati per le immunizzazioni di medici e personale sanitario e servono ora alla campagna dedicata ad anziani e persone fragili. Il siero di AstraZeneca viene utilizzato sulle persone sotto i 65 anni, dopo un primo periodo in cui ne era stata autorizzata la somministrazione solo sugli under 55. In Italia viene data precedenza alle categorie più esposte come insegnanti, personale scolastico e universitario e forze dell'ordine.
Il vaccino di Pfizer-Biontech, primo ad ottenere l'autorizzazione all'utilizzo in Europa, lo scorso 21 dicembre, ha un'efficacia, dati alla mano, del 94,6% a partire da 7 giorni dopo la seconda dose. Si somministra attraverso due iniezioni, a distanza di almeno 21 giorni l’una dall’altra e va conservato in congelatore a una temperatura compresa tra -90°C e -60°C.
Il siero di Moderna, come il precedente, è a Rna messaggero. E' stato autorizzato dall'Ema il 6 gennaio e ha un'efficacia dimostrata del 93,6% a partire da 14 giorni dopo la somministrazione della seconda dose, che viene iniettata a distanza di 28 giorni dalla prima. Viene conservato in congelatore a una temperatura compresa tra -25°C e -15°C ed è stabile tra +2°C e +8°C per 30 giorni. Quello di AstraZeneca, autorizzato il 30 gennaio, a differenza degli altri due è un vaccino a vettore virale, che utilizza una versione modificata dell’adenovirus dello scimpanzé, non più in grado di replicarsi, come vettore per fornire le istruzioni per la sintesi della 'proteina spike' di Sars-CoV-2. Ha un'efficacia intorno all'80% 15 giorni dopo la seconda dose, quando questa venga iniettata 10/12 settimane dopo la prima e, dai dati sperimentali, ha una copertura del 100% sui casi più gravi della malattia. Viene conservato in frigorifero a una temperatura compresa tra 2°C e 8°C, non va congelato, e viene venduto al prezzo di costo di 2,8 euro a dose.
Per quanto riguarda il vaccino 'made in Italy' Reithera, che utilizza come vettore virale una versione modificata dell’adenovirus del gorilla, si è appena conclusa la fase 1 della sperimentazione. Il siero potrebbe ottenere l'autorizzazione alla fine dell'estate. L'altro vaccino italiano, Takis, ha iniziato oggi la sperimentazione e, come quelli di Pfizer e Moderna, utilizza materiale genetico della proteina spike. Fuori dall'Europa, sono 4 i vaccini cinesi già approvati e utilizzati da Pechino e in altri Paesi. Mentre, per quanto riguarda il russo Sputnik, è già stato approvato da una trentina di Paesi ed ha da poco iniziato un'interlocuzione con Ema per l'eventuale autorizzazione al suo utilizzo in Ue. Di solito la messa a punto di un vaccino richiede dai cinque ai dieci anni di tempo. Per il Sars-CoV-2 invece in meno di un anno si è passati dalla scoperta del patogeno prima sconosciuto, all’inizio delle vaccinazioni, inaugurate nel Vecchio Continente dal Vax-day del 27 dicembre.