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Piazzapulita, Andrea Crisanti boccia la zona gialla: "Non funziona". E invoca le chiusure

Giada Oricchio
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A “Piazzapulita”, il programma di Corrado Formigli su LA7, giovedì 25 febbraio, il professor Andrea Crisanti ha spiegato perché le zone gialle sono un fallimento. Le varianti del Covid-19 preoccupano Crisanti. Per il microbiologo dell’Università di Padova, alla luce dell’impennata di casi (da 10 a 20.000 nel giro di 5 giorni), è necessario prendere decisioni immediate e anche impopolari per evitare di arrivare a 30-40 mila contagi al giorno come accaduto in Inghilterra: “Le zone gialle non funzionano, non è che i ristoranti non sono sicuri, è il nostro comportamento a non essere sicuro, se a un ristorante si mettessero limitazioni sui nuclei familiari che ci possono andare al limite si potrebbero anche tenere aperti mezza giornata. E’ pericoloso quello che facciamo e in questo modo diamo la possibilità al virus di trasmettersi. Una possibilità potrebbe essere quella di regolare l’accesso ai ristoranti piuttosto che chiuderli. Però bisogna prendere dei provvedimenti e poi le regole che imponi devi farle rispettare”.

L’altro tema è che la maggior parte dei tamponi antigenici è realizzata con reagenti incapaci di leggere alcune varianti che, non identificate, restano libere e si fortificano: “I test molecolari sono stati aggiornati, quelli antigenici hanno sempre lo stesso reagente e non vedono la proteina del nuovo virus. E’ come se gettasse una rete e lasciasse sempre fuori una variante, questa acquista un vantaggio competitivo rispetto alle altre, rimane invisibile ed è un problema serissimo. 

Infine Crisanti ha aperto alla possibilità di fare le prime dosi a tappeto rinviando la seconda inoculazione (richiesta portata in Europa dal premier Mario Draghi): “I risultati hanno dato ragione al Regno Unito, ma attenzione: è stato un esperimento sulla popolazione, si sono presi una responsabilità importante. Questa volta è andata bene, ne siamo contenti, facciamolo anche noi, ma non può essere un precedente per qualasiasi cosa, altrimenti i protocolli e la autorità regolatorie non valgono più niente”.

 

 

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