ucciso in congo
Era Luca Attanasio l'obiettivo dei terroristi: "Volevano rapirlo"
Era lui, Luca Attanasio, l'obiettivo dei terroristi che hanno attaccato un convoglio Onu a Kanyamahoro, in Congo, uccidendo l'ambasciatore italiano, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l'autista della jeep su cui viaggiavano. Nel mirino del gruppo armato, in una regione ad alta instabilità, c'era proprio Attanasio e non funzionari Onu come ipotizzato in un primo momento per quello che si ipotizza come un tentativo di sequestro finito con l'uccisione a colpi di arma da fuoco delle tre vittime.
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A riferirlo è il sito congolese Actualite.cd che cita fonti locali. L'agguato è avvenuto nei pressi di Goma, nella regione orientale del Nord-Kivu, nei pressi del parco nazionale dei Virunga. A dare l'allarme proprio le guardie del parco, intervenute insieme alle Fardc, le Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo.
Il Nord Kivu è una delle zone più pericolose dell'Africa, A rivendicare l'attentato sarebbero stati ribelli rwandesi attivi nel martoriato stato confinante, ma la rivendicazione è oggetto di verifiche.
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Ad agire un gruppo di sette persone dotate di armi leggere su tre veicoli. La carovana era partita per un progetto del World Food Programme ed è stata raggiunta dal fuoco dei terroristi. Attanasio è stato portato in ospedale in jeep, come testimoniano alcuni siti locali, ma non c'è stato nulla da fare per lui.
Secondo un'analisi del Ce.S.I., il Centro studi internazionali, l'obiettivo del blitz potrebbe essere un tentativo di sequestro di persona, anche se mai prima d’ora era stato preso come obiettivo un target così alto come un ambasciatore. Oppure un’azione del Califfato - Stato Islamico in Africa Centrale per alzare il livello e accreditarsi sulla scena internazionale. Gli analisti evidenziano che quello nella Repubblica democratica del Congo è "uno dei focolai di conflitto più violenti, complessi e duraturi di tutto il continente africano" e l’attacco di questa mattina ha improvvisamente riacceso l’attenzione internazionale su questa parte del mondo. Da oltre 15 anni, infatti, il North Kivu è uno degli epicentri dell’instabilità nazionale congolese, nonché il luogo dove si è manifestata con maggiore intensità sia la Seconda guerra del Congo (1998-2003) che i conflitti irrisolti da essa derivata, come la guerra del Kivu (2004 - 2007), l’insurrezione del Movimento 23 Marzo (2012-2013) e dell’Alleanza delle Forze Democratiche (AFD, 2017-2021)".
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Luca Attanasio aveva 43 anni ed era originario di Limbiate (Monza Brianza). Laureato alla Bocconi nel 2001, dopo diverse esperienze nelle ambasciate in Svizzera, in Marocco e in Nigeria, era dal 2017 capo missione a Kinshasa, nel Congo. Numerosi i progetti umanitari che ha portato avanti con i cittadini italiani residenti nel paese africano. La moglie Zakia Seddiki, fondatrice e presidente dell’associazione umanitaria “Mama Sofia”, opera in aree difficili in supporto di bambini e giovani madri. Lascia tre figli.
Vittorio Iacovacci proveniva da un reparto d’élite dell’Arma dei Carabinieri ed era un effettivo del XIII Reggimento Friuli Venezia Giulia con sede a Gorizia. Iacovacci aveva anche ottenuto brillanti risultati nel suo percorso al GIS. Rientrato a Gorizia per motivi personali - scrive Infodifesa.it - Iacovacci è stato assegnato a Kinshasa in un contesto difficilissimo. Sino ad oggi ha fatto parte del team di ’close protection’, insieme ad altri operatori del XIII Reggimento. La famiglia è originaria di Sonnino, in provincia di Latina, dove è stato proclamato il lutto cittadino.