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Stop alla vendita delle U-Mask: ritirate dal mercato le mascherine dei vip

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Stop alle mascherine dei vip, quelle viste ad esempio sul volto delle sorelle Ferragni ma anche di qualche politico. Il ministero della Salute ha fermato la vendita della mascherine U-Mask come dispositivo medico. La decisione, viene spiegato, è stata presa perché erano state certificate da un laboratorio privo di autorizzazione. 

 

Lo stop è arrivato dopo l’inchiesta della Procura di Milano e l’apertura di un procedimento dell’Antitrust. Scatta così “la misura del ritiro del medesimo prodotto” dal mercato dopo che i carabinieri del Nas di Trento hanno segnalato al ministreo della Salute che i Dpi, molto popolari per l'aspetto fashion, risultavano come dispositivi medici in base alle certificazioni di un laboratorio "privo di autorizzazione" sottoscritte da una persona senza laurea.

 

Il ministro di Roberto Speranza ha così evidenziato i “potenziali rilevanti rischi per la salute” derivanti “dall’assenza di un regolare processo valutativo” e la “conseguente assenza di garanzia sull’effettiva adeguatezza come strumento di prevenzione dei contagi“ e pertanto ha deciso lo stop della vendita. 

 

Recentemente il tg satirico Striscia aveva puntato il dito contro sulle mascherine U-Mask e sulla loro capacità di filtraggio per proteggere dal coronavirus prosegue. "Parliamo dei dispositivi composti da una parte in tessuto colorato e da un filtro intercambiabile all’interno, tanto in voga tra i vip e gli sportivi, ma che secondo le analisi effettuate, avrebbero un'efficacia ben inferiore a quanto stabilito dalla legge - facevano sapere dal programma di Canale 5 - Il tema non è di poco conto. Il dubbio è emerso quando Moreno Morello si è occupato di altre mascherine, quelle prodotte da FCA e distribuite nelle scuole con il logo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. È lì che il nostro inviato ha appurato che la 'validazione' garantita dall’Istituto Superiore di Sanità si baserebbe solo sulla consegna, da parte delle aziende produttrici, di autocertificazioni. L’ente, infatti, non effettua test aggiuntivi per verificare le dichiarazioni di conformità". 

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