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Non è L'Arena, Martina e Ylenia si fanno coraggio e raccontano le notti a casa di Genovese: "Gridavo e lui rideva, gli piaceva..."

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Giada Oricchio
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A volto scoperto. Ylenia Demeo e Martina Facchini, le due ragazze che hanno denunciato Alberto Genovese per le violenze sessuali nell’attico di Milano, ricostruiscono quei terribili momenti a “Non è l’Arena”, domenica 7 febbraio, su LA7, mettendoci la faccia: “Gli piaceva sentir urlare e veder piangere”.

Massimo Giletti, conduttore di “Non è l’Arena”, torna sugli abusi sessuali di Alberto Genovese facendo il mea culpa: “Anche io all’inizio non capivo queste ragazze, poi sono entrato nei meccanismi della chetamina. Queste ragazze non ricordano niente”. La testimonianza di Ylenia, viso d’angelo, è un colpo al cuore: “Non mi abbasso ai livelli di chi mi insulta, ma quello che è successo a noi può succedere a chiunque. Quando leggiamo quei post offensivi, che dicono che ce lo siamo meritato, la rabbia aumenta. Si fa tanta fatica, soprattutto che ora le mie cose intime sono dette in tv davanti a tutta Italia. Siamo tornate qui per difenderci perché non abbiamo nessuna colpa. Sento ancora il dolore, rivivo quell’incubo quando chiudo gli occhi e vedo Alberto su di me, a lui piaceva vedermi piangere e urlare. Ho dei flashback, ma ha ragione l’altra ragazza: è una fortuna non ricordare. Il giorno prima della ragazza che ha denunciato per prima (10 ottobre, nda) era stato con me, sono successe le stesse cose, infatti io poi sono scappata. Ho impressa la sua faccia mentre rideva, godeva del fatto che io urlassi, ricordo i dolori, nient’altro. In camera da letto sono entrata consenziente, poi lui mi passava un piatto, io chiedevo se fosse cocaina, lui diceva di sì, ma in realtà non lo era perché io non ricordo proprio niente”.

Crudo e crudele anche il racconto di Martina: “Una sera eravamo andate a casa di Genovese ed eravamo solo in quattro, mi avevano invitato dicendo che ci sarebbero state più persone. Invece eravamo due ragazze e un ragazzo del mio entourage, a fine serata sono rimasta sola con Genovese. E’ successo che continuiamo a drogarci, a un certo punto dico di no perché ero fuori, bastava così, lui insiste, faccio finta e si arrabbia, mi ha detto di non prenderlo in giro, io continuavo a dire di no, ma mi ha passato la mano sotto il naso e da lì non ho capito più niente”.

 

 

Massimo Giletti ricorda che Martina aveva subito una prima violenza a Milano, ma era andata a Ibiza perché “non ne aveva consapevolezza” e la 22enne scoppia in lacrime: “In Spagna ho la certezza di aver subito violenza. Anche i suoi amici ci dicevano che Alberto esagerava, ma noi pensavamo che non avrebbe mai superato i limiti. Nel gruppo girava la frase ‘prima o poi scapperà il morto’”. Ed è successo, anche se è morta l’anima e non il corpo di queste giovani donne.

 

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