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Ristoranti, caos riaperture. Il verbale del Cts accende la speranza ma gli scienziati frenano

Luca Rossi
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Sull'apertura dei ristoranti fino alle 22 in zona gialla e a pranzo in zona arancione ci sarà da aspettare ancora. Soprattutto l'ok del Governo. Se il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, spinge per l'allungamento dell'orario di sera, il Cts frena dopo l'annuncio del governatore della Liguria, Giovanni Toti. «Non c'è alcun via libera del Comitato tecnico scientifico alla riapertura della ristorazione nelle zone e negli orari che attualmente ne prevedono la chiusura», segnalano gli esperti. 

Nel verbale della riunione del 26 gennaio - si sottolinea - «vi sono indicate, anzi, alcune considerazioni sul rafforzamento delle misure restrittive adeguandole alle caratteristiche strutturali dei locali e alla tipologia del servizio reso». Resta il fatto che il pressing per un prolungamento dell'orario di ristoranti e pizzerie fino alle 10 di sera, quando scatta il coprifuoco, almeno in zona gialla, arriva da più parti. Non solo dai sindacati dei gestori dei locali ma anche dalle Regioni, Lombardia e Liguria in primis. E non mancano le polemiche. Fi pe -Confcommercio e Fiepet Confesercenti non solo chiedono che il Governo si attivi per sbloccare la situazione, ma parlano di un'apertura del Cts, che «ha condiviso di valutare in modo differente i diversi profili di rischio all'interno del variegato settore della ristorazione, privilegiando chi ha a disposizione spazi e sedute per la consumazione di cibi e bevande». Eppure, poi chiariscono: «Tale possibilità - ha nondimeno sottolineato il Cts - dovrà essere accompagnata dal massimo rigore sull'applicazione misure di sicurezza sanitaria».

A scompigliare le carte, appunto, le parole di Toti. Che, prima della frenata del Cts, annuncia su Face book: «Ristoranti aperti la sera in zona gialla e a pranzo in zona arancione: è arrivato finalmente il parere favorevole del Comitato tecnico scientifi co e speriamo che si possa partire al più presto. Lo avevamo chiesto più volte in Conferenza delle Regioni e siamo soddisfatti del risultato raggiunto». Ma, a distanza di un paio d'ore, il governatore della Liguria frena: «Il Cts ha precisato di aver analizzato alcune regole che consentirebbero alle attività di poter lavorare in sicurezza ma che la deci ro della Salute, nelle ultime 24 ore, sono emersi 14.218 positivi e 337 decessi, contro i 13.659 contagiati e le 422 vittime di giovedì. E aumentato anche il numero di tamponi analizzati, 270.507 fra molecolari e antigenici, quasi 400 in più. E il tasso di positività, cioè il rapporto fra i malati e i test, sale leggermente dal 5,05% al 5,25%. Non solo. La situazione ospedaliera sem sione definitiva spetta al Governo». E poi attacca, parlando di «ennesimo episodio di confusione, con comunicazioni contraddittorie». «Lasciare le attività in balia dell'ennesima incertezza non fa che danneggiarle ulteriormente. E do po mesi di sacrifici - sbotta -lo trovo inaccettabile».

Anche la Lombardia fa il tifo per la riapertura. Il presidente, Attilio Fontana, e l'assessore allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, infatti, hanno inviato una lettera formale al Governo nella quale si chiede che i ristoranti e le attività assimilabili possano svolgere la loro attività fino alle 22. Per i vertici della Regione, è «importante che tale decisione venga presa al di là della crisi politica in atto» e in relazione «alla situazione di estrema emergenza in cui versa un'intera categoria». Una presa di posizione condivisa, fra gli altri, da Paolo Bianchi ni, presidente di Mio Italia, Movimento imprese ospitalità, aderente a Federturismo Confindustria. «La nostra battaglia per la riapertura dei locali è partita il 2 dicembre, quando è stato reso noto il verbale del Cts del 17 ottobre, secondo cui le attività di somministrazione di cibi e bevande potevano lavorare in sicurezza senza limiti di orari». bra meno grave. In regime ordinario, ci sono 19.575 italiani, cioè 168 in meno nel giro di una giornata. In rianimazione poi ammontano a 2.142 i posti letto pieni (-9) con gli ingressi del giorno in terapia intensiva che toccano quota 132. Ancora, se il dato complessivo dei positivi sale a 2.611.659, il totale dei deceduti raggiunge i 90.618. 

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