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Domenica in, Walter Ricciardi striglia l'Aifa sugli anticorpi monoclonali: "Non capisco la lentezza sull'approvazione"
Il professore Walter Ricciardi, consigliere scientifico del Governo, è intervenuto a "Domenica In", domenica 31 gennaio, per fare il punto della situazione dopo un anno di pandemia da Covid-19. Walter Ricciardi spiega con grande lucidità: "È stato un anno difficile e drammatico. Ma con i due mesi di chiusura totale, è stato stimato che abbiamo salvato 38.000 vite. L'Italia è stato il primo Paese al mondo a fare il lockdown, purtroppo però poi abbiamo vanificato i sacrifici, in estate abbiamo sottovalutato la capacità di ritorno del virus esattamente come lo stiamo sottovalutando adesso. Nella seconda fase abbiamo commesso tanti errori per una serie di motivi. Innanzitutto psicologici perché è provato che nelle lunghe pandemie, la gente si stanca e i politici invece di fare capire che le misure sono utili e necessarie, lasciano correre per non diventare impopolari. Corea del Sud e Nuova Zelanda vivono normalmente perché hanno preso decisioni coraggiose nel momento in cui i casi erano pochi, 100, non mille. Adesso lì è tutto aperto e l'economia gira regolarmente. Bisognava convincere l'opinione pubblica che certe misure erano necessarie altrimenti vivi in perenne precarietà, apri, chiudi, apri, chiudi e non riprendi mai. Io chiesi che Napoli, Roma e Milano diventassero zona rossa, ma non mi hanno ascoltato".
Mara Venier domanda se sia davvero necessario un lockdown totale e Ricciardi: "Sì anche in questo momento. Una zona rossa adeguatamente rispettata, non un lockdown come a marzo. Siamo stati costretti a fare misure forti a Natale e sono quelle che ci hanno salvato, per questo ora possiamo fare riapertura. In Portogallo non l'hanno fatto e sono in ginocchio. Noi dobbiamo precedere il virus, anticiparlo, ma questo significa essere impopolare".
Ricciardi è preoccupato per l'Italia in zona gialla a partire da domani: "È un problema perché la gente lo vive come un liberi tutti e non hanno torto, è autorizzata a entrare ovunque e lo fanno. Io però contemporaneamente avrei preteso il tracciamento, bisogna investire nella medicina territoriale, i paesi che lo hanno fatto, non si lasciano più sfuggire il virus. Perché tanti morti in Italia? Perché siamo una popolazione molto anziana, gli anziani non sono messi bene cioè non sono in buona salute, per darle un'idea: in Norvegia una donna vive male gli ultimi sei anni di vita, in Italia 17 anni e poi paghiamo la frammentazione del regime sanitario nelle diverse regioni. Quelle più efficienti hanno dati migliori sulle guarigioni".
La Venier chiede conto dei vaccini che non arrivano ed è imbarazzo in studio. Ricciardi sta a lungo in silenzio, Mara insiste: "Eh se le aziende non consegnano e danno vaccini ad altri..." e il professore: "Uscirei dalla logica di dare le colpe, dobbiamo lavorare insieme con le aziende farmaceutiche cioè dobbiamo convincerle a fare produrre il vaccino nel nostro paese. E Pfizer ha iniziato a farlo. Anche il governo indiano e sudafricano hanno chiesto di produrre il vaccino".
In collegamento dall'India c'è Kabir Bedi che rivela cosa sta succedendo in India: "La situazione era pessima da marzo a giugno, quasi 10 milioni di casi, improvvisamente le cose sono cambiate con guarigioni del 97%. Non sappiamo esattamente il motivo, forse per immunità naturale e poi perché essendo popolazione giovane guariamo molto rapidamente. Forse abbiamo raggiunto l'immunità di gregge, è una specie di miracolo, non tutti lo spiegano. Noi qui abbiamo due vaccini: AstraZeneca e Covaxin sviluppato in India. Per ora sono stati vaccinati gli operatori sanitari, chi vuole farlo si registra con un'app e poi sarà chiamato. Lo farò anche io". Il professor Ricciardi esclude che in India ci sia immunità di gregge e passa a parlare delle varianti: "I virus mRNA tendono sempre a modificarsi per bypassare le nostre difese, è normale, dobbiamo riuscire a anticiparli sia con i vaccini sia con le terapie. La protezione del vaccino è dubbia sulle variante sudamericana e sudafricana, mentre protegge da quella inglese. Ripeto, la strada è quella di convincere le aziende a farci produrre il vaccino, reclutare medici e volontari e avere un'organizzazione militare se davvero vogliamo vaccinare centinaia di migliaia di persone al giorno e per ora non abbiamo questa organizzazione di tipo militare".
Un'altra domanda della Venier mette in scacco il consulente del governo: "Come fanno le persone a chiedere di vaccinarsi? Non lo sappiamo. Dipende dalle Regioni e non va bene, il protocollo deve essere unico e di tipo militare. Al momento la Costituzione lascia alle Regioni la potestà organizzativa e gestionale ed è un errore. Questa campagna vaccinale è paragonabile allo sbarco in Normandia. Dobbiamo avere un Eisenhower per gestire il meccanismo, non possiamo permetterci la frammentazione regionale e nemmeno approssimazione. Come faremo? È importante che la crisi di governo si risolva subito, ci vuole un comandante, l'ho detto al ministro Speranza. I tempi? Spero che si risolva nelle prossime settimane, tornerò all'attacco sulla questione".
E infine un'ammissione incredibile: "Perché noi non usiamo gli anticorpi monoclonali? Sinceramente non capisco la lentezza dell'Aifa sull'approvazione. In Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna, Ungheria li usano, non comprendo perché noi no. Non capisco il meccanismo per cui AIFA non attivi l'uso" ha concluso Ricciardi, mentre Mara Venier tirava l'ultima frecciatina: "Eh ma quante cose non comprendiamo... Vabbè, ho 70 anni quando mi vaccino?". "Non la vedo rapidissima, forse marzo, aprile" ha concluso Walter Ricciardi.