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La variante brasiliana è arrivata in Italia: primo caso accertato. Così la mutazione "inganna" gli anticorpi

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La variante brasiliana è già in Italia. La temibile mutazione del Covid-19, tra le più preoccupanti in circolazione, è stata individuata il Lombardia da un passeggero arrivato a MIlano dal Paese sudamericano. "È in corso di valutazione all’ospedale di Varese il primo caso di variante brasiliana ad oggi osservato in Italia", ha annunciarlo la direzione dell’Ats Insubria. Si tratta di un uomo rientrato nei giorni scorsi dal Brasile all’aeroporto di Malpensa via Madrid, e risultato positivo al tampone disposto dall’Ats in ottemperanza alla recente ordinanza ministeriale del 16 gennaio.

Il paziente è "in buone condizioni di salute, ma precauzionalmente è stato ricoverato per accertamenti nel reparto di Malattie infettive diretto da Paolo Grossi, dopo che la variante era stata identificata dal Laboratorio di microbiologia diretto da Fabrizio Maggi", spiega l’Ats. Anche i familiari dell’uomo sono stati posti in sorveglianza dall’Agenzia di tutela della salute e sono stati avviati gli accertamenti conseguenti. L’Ats Insubria aggiunge infine che si sta "monitorando la situazione in raccordo con la direzione Welfare della Regione Lombardia e l’Istituto superiore di sanità". Ed evidenzia che "sono state adottate tutte le misure di sanità pubblica previste dai vigenti protocolli sanitari per il controllo della diffusione della variante brasiliana sul nostro territorio e, ad oggi, la situazione non è motivo di allarme". 

La variante brasiliana è tra le più temibili per contagiosità e "contiene mutazioni di una certa rilevanza", ha detto sabatop 23 gennaio Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, fornendo gli aggiornamenti della pandemia in Europa. "La 
variante inglese sembra aumentare la trasmissibilità ma non la risposta al vaccino. Per la variante sudafricana i dati sulla risposta al vaccino è dubbia. La variante brasiliana preoccupa di più perché ci sono state segnalazioni di reinfezioni", ha spiegato Rezza. 

 Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano, in una intervista alla Gazzetta dello sport aveva spiegato che la variazione brasiliana è una di quelle "mutazioni che si accumulano a livello della proteina Spike, ma in questo caso la Spike ha una conformazione diversa e gli anticorpi la riconoscono con minore efficacia. Quando noi facciamo una malattia non produciamo un singolo anticorpo, ma diversi anticorpi. Allo stesso modo, nel caso del Covid-19, produciamo plurimi anticorpi per parti diverse della Spike. Ma con le varianti alcuni anticorpi non sono più in grado di riconoscere e quindi aggredire la proteina Spike”. Per questo fa più paura. 

 

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