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Vaccino Pfizer, solo sei regioni senza tagli. Ecco quante dosi perde il Lazio

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La Pfizer ha ridotto le dosi di vaccino destinate all’Italia di quasi 165mila unità. La conferma arriva in una nota l’ufficio stampa del commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, che spiega che "nella prossima settimana a fronte delle 562.770 dosi previste, verranno consegnate 397.800 dosi", con 164.970 dosi in meno.

Ma come impatta nella distribuzione il taglio dei sieri? Le uniche regioni che non subiranno diminuzioni di fornitura sono Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Umbria e Valle d`Aosta. La ripartizione considera anche la presenza di 6 ogni fiala e non più 5. Le regioni più penalizzate sono Emilia Romagna, Lombardia e Veneto con circa 25mila dosi, poi il Lazio (12mila) e Puglia (11.700). 

"La Pfizer - prosegue la nota di Arcuri - ha altresì unilateralmente redistribuito le dosi da consegnare ai 293 punti di somministrazione sul territorio italiano. Di conseguenza, e in modo del tutto arbitrario, considerando che era già stato comunicato dal Commissario Straordinario alle Regioni che da lunedì 18 gennaio una fiala avrebbe contenuto 6 dosi di vaccino, come da recenti indicazioni di Ema e di Aifa, nella prossima settimana a fronte delle 562.770 dosi previste, verranno consegnate 397.800 dosi". "Inoltre - si legge ancora - l’arbitraria distribuzione decisa dall’azienda, non condivisa né comunicata agli uffici del Commissario, produrrà un’asimmetria tra le singole Regioni, con una differente riduzione delle consegne e con sei Regioni che non subiranno alcuna riduzione". Le regioni a cui andranno le dosi previste di 
vaccino sono l’Abruzzo, la Basilicata, le Marche, il Molise, l’Umbria e la Valle d’Aosta. La Calabria da 15.210 ne avrà 9.360; la Campania da 43.290 ne avrà 38.610; l’Emilia Romagna 26.910 invece di 52.650; il Friuli Venezia Giulia 7.020 da 15.210; il Lazio 38.610 da 51.480; la Liguria 18.720 dalle 21.060 previste; la Lombardia 70.200 invece di 95.940; la Provincia autonoma di Bolzano 3.510 invece di 8.190; la Provincia autonoma di Trento 2.340 anziché 5.850; il Piemonte 44.460 anziché 50.310; la Puglia 18.720 invece di 30.420; la Sardegna ne avrà 7.020 invece delle 14.040 previste; la Sicilia 37.440 anziché 49.140; la Toscana 18.720 e non più 29.250. 

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