ALLARME CARCERI
Focolaio Covid a Rebibbia: slitta processo Cerciello. E Conte dorme
Un nuovo focolaio Covid nel carcere di Rebibbia. E la situazione è sempre più allarmante. Due detenuti italiani, contagiati dal Coronavirus, sono ricoverati in ospedale. Il più grave, recluso nel carcere di Rebibbia, è all’ospedale Spallanzani di Roma, l’altro dalla casa circondariale di Viterbo è stato portato all’ospedale Belcolle, non in condizioni preoccupanti.
"Nel carcere di Rebibbia - si legge sulla pagina Facebook di Più Europa Roma - è attualmente in corso un nuovo focolaio di covid, alla data di oggi risultano positivi 39 detenuti. Il carcere di Rebibbia, a capienza normale, dovrebbe poter ospitare circa 1100 detenuti, al momento ve ne sono 1482. Nei giorni scorsi vi sono state alcune proteste pacifiche da parte dei detenuti per richiedere maggiore protezione dal contagio. Difatti, come ha denunciato il garante dei detenuti del Lazio e la garante dei detenuti di Roma, i luoghi dove si trovavano i contagiati non sono stati né svuotati né sanificati ( i positivi sono stati trasferiti in un reparto apposito); il sovraffollamento della struttura rende difficile misure di isolamento e, non essendo possibile rispettare il distanziamento, pone costantemente a rischio sia tutti gli altri detenuti che il personale".
L'emergenza sanitaria si intreccia con la cronaca giudiziaria. È finito infatti in isolamento precauzionale per Covid per Finnegan Elder: il giovane americano a processo per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, avvenuto il 26 luglio 2019 nella Capitale, doveva comparire oggi in udienza in tribunale a Roma dove era in programma l’esame dell’altro imputato, l’amico Gabriel Natale Hjort. Elder è in attesa del risultato del tampone, dopo aver avuto un contatto stretto con un positivo al Coronavirus nel carcere di Rebibbia.
"Tuttavia - scrive ancora Più Europa Roma - il Ministro Bonafede ignora del tutto (ormai da mesi) ciò che sta succedendo a Rebibbia e in innumerevoli istituti penitenziari italiani. Il Presidente del consiglio Conte, il giorno della vigilia di Natale, ha fatto visita (dopo un colloquio con Rita Bernardini) al carcere di Regina Coeli. Non sembra che la visita abbia sortito particolare effetto su Giuseppe Conte. Anzi, il presidente ha addirittura approfittato di tale visita per sostenere meschinamente che, avendo controllato egli stesso, "nelle carceri italiane è tutto a posto". Purtroppo, contrariamente a quanto riscontrato da Conte, sappiamo bene che ciò non è vero, che non è vero da anni e che ora i problemi strutturali delle carceri italiane sono oltremodo più evidenti. Sarebbe necessario avere un Ministro della giustizia consapevole della grave situazione e consapevole della necessità urgente di provvedimenti per ridurre il sovraffollamento che ora mette in serio pericolo epidemico detenuti, agenti e personale penitenziario2.