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Il 29 gennaio la risposta sul vaccino AstraZeneca: l'Europa prega per l'ok

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La società farmaceutica AstraZeneca e l’Università di Oxford hanno chiesto all’Agenzia europea del farmaco (Ema) l’autorizzazione al loro vaccino contro il coronavirus, che potrebbe arrivare entro il 29 gennaio. L’agenzia ha annunciato che la valutazione del farmaco procederà con tempistica accelerata, per garantire «qualità, sicurezza ed efficacia» del vaccino. Sarebbe una svolta per l'Europa, che ha puntato forte proprio sul siero di Oxford ordinando ingenti quantitativi, in numero superiore rispetto agli altri vaccini.

L’Ema ha già approvato altri due farmaci contro la malattia all’origine della pandemia, uno sviluppato dalla statunitense Pfizer e dalla tedesca BioNTech, un altro della statunitense Moderna. Quest’ultimo ha ottenuto l’ok, intanto, anche dalla Svizzera. Il vaccino Oxford/ Astrazeneca è invece stato approvato lo scorso mese nel Regno Unito, dove viene già somministrato, e questo mese in India.

Dalla Commissione europea è nelle stesse ore arrivato l’annuncio sulla conclusione dei colloqui esplorativi con la società farmaceutica francese Valneva, per il potenziale acquisto di 30 milioni di dosi di un suo vaccino e altrettante supplementari. Valneva in precedenza ha firmato un accordo con Londra, per fornire decine di milioni di dosi del vaccino inattivato, tecnologia analoga a quella di antinfluenzali e altri per l’infanzia.

Bruxelles sinora ha siglato contratti con AstraZeneca, Sanofi-GSK, Janssen Pharmaceutica NV, BioNtech/Pfizer, CureVac e Moderna, oltre ai colloqui esplorativi conclusi con Novavax. In totale fino a 2 miliardi di dosi, più delle necessarie a coprire tutta la popolazione di 450 milioni di europei. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha parlato di «buona notizia» per AstraZeneca e promesso che l’esecutivo «lavorerà a tutta velocità per autorizzare l’uso in Europa». Su Valneva, ha parlato della «importanza» di un «portafoglio di vaccini il più ampio possibile», per una «soluzione duratura alla pandemia».

Al Parlamento europeo, nel frattempo, Sandra Gallina, la negoziatrice dell’Ue con le case farmaceutiche, ha previsto che le consegne saranno «più massicce da aprile», con «molte dosi» nel secondo trimestre. Una risposta alle accuse all’Ue di carenza di dosi o lentezza, cui ha aggiunto un commento sui «contratti paralleli di cui si è tanto vociferato» e che ha detto di ritenere «non esistano». Aggiungendo: «In ogni caso, è chiaro che la quantità per l’Europa viene prima, quindi se qualcosa del genere esistesse verrebbe dopo. Sapete che ogni fiala al momento è prenotata, secondo gli schemi di quote». A oggi, ha infine detto Gallina, «abbiamo vaccini per 380 milioni di persone, calcolando le due dosi e considerando i farmaci Pfizer/BioNTech e Moderna».

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