La Lega smaschera Orlando: Palermo parte civile contro Salvini ma per la mafia...
Il Comune di Palermo si costituisce parte civile contro Matteo Salvini per Open arms, ma per il processo sulla Cupola 2.0 non lo ha fatto. Come mai? Il capogruppo della Lega a Palazzo delle Aquile Igor Gelarda va all'attacco del sindaco Leoluca Orlando.
Il primo cittadino del capoluogo siciliano "ha solennemente dichiarato, sulla sua pagina facebook, di avere dato mandato affinchè il Comune si costituisca Parte Civile nel processo per sequestro di persona, che si svolge a Palermo, contro Matteo Salvini - dichiara Gelarda - Se la costituzione di parte civile è uno strumento, legittimo, da parte di Orlando per 'ribadire che Palermo è città dei diritti e del Diritto', così come si legge sulla sua pagina facebook, come mai il comune non si è mai costituito in quello che è stato il più importante processo contro la mafia degli ultimi anni? Infatti, per il processo cupola 2.0, grazie al quale gli inquirenti hanno evitato che si ricostituisse la commissione provinciale di cosa nostra a Palermo, il comune non risulta tra le parti civili, non ha mai fatto richiesta di essere tra gli enti danneggiati. Diversamente da come hanno fatto Villabate, Misilmeri e Ficarazzi. Eppure si è trattato di un processo importantissimo, il cui primo grado dello stralcio abbreviato si è chiuso agli inizi dello scorso dicembre, con 46 condanne , 435 anni complessivi di carcere e 155 mila euro di provvisionali alle parti civili- continua Gelarda. Le ragioni della mancata costituzione del comune di Palermo tra gli Enti danneggiati non è mai stato chiarito. Ma certamente non può che lasciare perplessi il fatto che per un grave processo di mafia il comune non abbia sentito la necessità di ribadire che Palermo è città dei diritti, per un processo controverso, come quello contro Salvini, che era allora ministro della Repubblica, invece il Sindaco Orlando si è subito attivato. Crediamo che Orlando debba delle spiegazioni e forse anche delle scuse alla città di Palermo" conclude Igor Gelarda.