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Vaccini nelle Rsa, il giudice dà il consenso per gli anziani incapaci
Il presidente della Repubblica ha emanato il decreto legge per la somministrazione del vaccino contro il Covid-19 nei soggetti ricoverati presso strutture sanitarie assistite, incapaci di esprimere il consenso libero e consapevole al trattamento sanitario. Il testo prevede che il direttore sanitario, o, in mancanza, il responsabile medico delle residenze sanitarie assistite - RSA e delle strutture di accoglienza aventi analoghe finalità, se constata che un ospite, privo di tutore, curatore o amministratore di sostegno, non è in condizione di esprimere il consenso libero e consapevole alla somministrazione del vaccino contro il COVID-19, e accerta che tale trattamento è idoneo ad assicurare la migliore tutela della persona ricoverata, esprime in forma scritta, il consenso alla somministrazione del trattamento e dei successivi eventuali richiami e ne dà comunicazione al dipartimento di prevenzione sanitaria competente per territorio.
Il consenso, unitamente alla documentazione medica comprovante la sussistenza dei presupposti, è comunicato immediatamente, anche attraverso posta elettronica certificata, al giudice tutelare. Quest'ultimo, entro 48 ore dal ricevimento dell’atto, e disposti gli eventuali accertamenti qualora dai documenti non emerga la sussistenza dei presupposti, convalida con decreto motivato, immediatamente esecutivo, il consenso espresso dal direttore sanitario o dal responsabile medico. Il consenso alla somministrazione del vaccino anti Covid-19 è privo di effetti sino alla adozione del decreto di convalida. Il decreto del giudice tutelare è comunicato alla persona per la quale è espresso il consenso a mezzo posta certificata presso la struttura dove è ricoverata e al direttore sanitario o al responsabile medico. Se il giudice tutelare non provvede nel termine delle 48 ore, il consenso espresso diviene efficace ai fini della somministrazione del vaccino. In caso di rifiuto della somministrazione del vaccino da parte del direttore sanitario o del responsabile medico, è ammesso ricorso al giudice tutelare.