il caso
Chico Forti, quando gli States si arrabbiarono davvero tanto per la Baraldini
"Sul caso #ChicoForti si omette un dettaglio, che chi ha seguito il lavorio dietro le quinte di questi anni conosce: ha molto irrigidito gli americani caso #Baraldini, con gli italiani a stracciare le intese con la giustizia Usa. Ora serve cautela per non creare altri dissapori". Il tweet di Gianni Riotta è assolutamente realistico, di fronte a eventi che paiono simili.
L’anno prima che Chico Forti fosse condannato all’ergastolo, un’altra italiana Silvia Baraldini veniva rilasciata per essere estradata nel nostro Paese. Casi diversi certo, ma un precedente quasi unico però. Il caso Forti, infatti, non può non riportare alla mente la vicenda di Silvia Baraldini, l'italiana condannata negli Usa per «associazione sovversiva». Dopo anni di reclusione, venne estradata in Italia nel 1999, con un lungo contorno di polemiche tra i protagonisti politici dell'epoca e tanto di incredibile accoglienza da parte dell'allora ministro della giustizia, Oliviero Diliberto...
Silvia Baraldini venne arrestata per la prima volta il 9 novembre dell'82, a 35 anni. L'accusa fu associazione sovversiva: il gruppo '19 maggio' di cui era membro dal 1975 era accusato di aver preso parte ad una rapina nel 1981, durante la quale rimasero rimasti uccisi due poliziotti. La Baraldini fece ritorno il 24 agosto del 1999, per scontare in Italia il resto della sua pena, in seguito ad un accordo bilaterale e al trattato di estradizione tra Italia e Stati Uniti. Dopo alcuni anni di arresti domiciliari e semilibertà, la Baraldini venne scarcerata definitivamente il 26 settembre 2006 per effetto dell'indulto. E questo irritò non poco gli States che si sentirono beffati.