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Sbarcati a Mazara del Vallo i pescatori liberati in Libia

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Sono arrivati al porto di Mazara del Vallo i due pescherecci liberati in Libia. Ad accoglierli il suono delle sirene di tute le imbarcazioni ormeggiate al porto. Sotto un gazebo i parenti giunti ad accoglierli. Era il primo settembre, oltre cento giorni fa. Per 108 lunghi giorni 18 pescatori - 8 tunisini, 6 italiani, 2 indonesiani e 2 senegalesi - sono stati trattenuti in Libia. Erano a bordo di due pescherecci di 
Mazara del Vallo, «Antartide» e «Medinea», sequestrati dalle motovedette libiche. L’accusa avanzata dalle autorità di quel Paese, è di avere violato le acque territoriali, pescando all’interno di quella che ritengono essere un’area di loro pertinenza, in base a una convenzione che prevede l’estensione della Zee (zona economica esclusiva) da 12 a 74 miglia.

Nei giorni seguenti al sequestro le milizie di Haftar hanno contestato, in modo infondato, anche il traffico di droga. Inoltre nel corso delle trattative sarebbe stata avanzata la richiesta di uno "scambio di prigionieri", chiedendo l’estradizione di quattro calciatori libici condannati in Italia come scafisti di una traversata in cui morirono 49 migranti. 

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