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Coronavirus, Ilaria Capua a Domenica In: "Ospedali stracarichi, come scongiurare la terza ondata"

Giada Oricchio
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La virologa e ricercatrice, Ilaria Capua, ospite della puntata di "Domenica In" di domenica 13 dicembre, mette in guardia dal rischio di una terza ondata di Covid-19 se non si manterrà un comportamento virtuoso per limitare i contagi e stila le 10 regole d'oro per un Natale sicuro.

In collegamento da Los Angeles, la professoressa universitaria e esperta di virus, Ilaria Capua, ribadisce: "Il problema vero è che dobbiamo tenere le persone fuori dagli ospedali. Il punto per cui non riparte l'economia sono gli ospedali stracarichi. Fin quando non li riporteremo a un livello di funzionamento normale, il Paese non può ripartire. Questo virus provoca il 3,7% di mortalità e un numero superiore si ammala gravemente, ma negli ospedali ci sono anche altri malati perché d'inverno c'è la febbre, le malattie respiratorie, i traumi da freddo. In pandemia si devono proteggere gli ospedali perché se ai malati previsti, aggiungiamo centinaia di persone, la spirale di negatività non si risolve più. Dobbiamo ridurre i contagi. Alla nuova stagione dobbiamo arrivare con pochi infetti altrimenti sarà inevitabile una nuova ondata".

La Venier le domanda come mai in Italia ci siano tanti decessi e la virologa: "Non credo sia un punto fondamentale perché i conteggi sono diversi da Paese a Paese. In Inghilterra la situazione non è tanto diversa dall'Italia. Quello che dobbiamo capire è che dall'Europa all'America il numero di morti ogni giorno è troppo alto. Non se ne esce da questo pasticcio e l'economia non riparte, se non teniamo le persone fuori dagli ospedali".

La dottoressa Capua concorda con Angela Merkel che ha ordinato la chiusura di tutta la Germania da mercoledì a causa del picco di decessi: "I governanti ragionano su dati e modelli, sanno quali sono i momenti nevralgici e la Cancelliera, giustamente, applica il lockdown perché non vuole arrivare al collasso degli ospedali. Ha preso l'unica decisione giusta possibile. Il Paese non riparte se gli ospedali non si svuotano e a questo serve una seria e mirata campagna di vaccinazione".

Oltre al vaccino, esiste la terapia con gli anticorpi monoclonali e Mara Venier chiede maggiori delucidazioni alla professoressa che però spegne ogni facile entusiasmo: "Gli anticorpi sono un'arma eccezionale. Il problema è che farne tanti dosi è complicato, occorre tempo per farne una grande quantità. È un po' come la pappa reale, fa bene, ce n'è pochissima e bisogna scavare per produrla. Gli anticorpi monoclonali sono stati usati per Trump, ma è un farmaco molto costoso perché si può produrre in piccole quantità, quindi nell'immediato non può essere la soluzione. Siamo in una maratona da corriere tutti insieme. Arriveranno degli aiutini, delle terapie di supporto, ma ci servono mesi per uscire da questa pandemia. Le persone pensano che arriverà il vaccino e sarà un 'liberi tutti' con la vita che ricomincia come prima. Purtroppo non è così. Anche una campagna di vaccinazione così imponente come quella che ci aspetta, non è mai stata fatta nella storia e non sappiamo cosa succederà".

Infine la Venier mostra il decalogo delle regole di Natale e la ricercatrice fa alcune precisazioni: "Massimo sei persone in casa? Non è il numero, ma lo spazio. Immagino che si sia indicato sei considerando le abitazioni medie degli italiani, ma se c'è un giardino il limite non è sei. Quello che davvero è fondamentale è il rispetto di 1,5 metri tra una persona e l'altra. No ai baci e agli abbracci. E niente condivisione di bicchieri e posate, ma questa è una norma di buon senso. Ognuno deve usare le sue, la promiscuità è sempre sconsigliata. Anzi, usiamo una forchetta per ogni portata. Sì all'uso dei tovaglioli di carta, mentre va evitato l'utilizzo di piatti comuni. Non scambiatevi il telefonino per gli auguri e comunque lavatelo spesso, basta anche una salviettina. Non esageriamo però, nel senso che ora, con la mascherina, l'impiego frequente di gel disinfettante e l'abitudine di starnutire nel gomito, la quantità di virus sulle mani è minimo, non dobbiamo essere ossessivi". Su tre punti invece la Capua è intransigente: "Usate solo asciugamani personali, aprite spesso le finestre per areare i locali e sono assolutamente vietati i canti. Il virus si trasmette per via respiratoria e il canto è riconosciuto come un grandissimo fattore di rischio. Le gocce sono pericolose, in America durante una prova si sono infettate l'82% delle persone".

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