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Diecimila euro per un finto matrimonio. Così i migranti prendevano il permesso di soggiorno

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Un giro d’affari di oltre 160mila euro. È quello documentato dalla Guardia di finanza di Messina che stamani ha smantellato due organizzazioni criminali, attive tra il Marocco e l’Italia, dedite al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina attraverso l’organizzazione di finti matrimoni utili a ottenere la carta di soggiorno. Sedici le persone arrestate (5 in carcere e 11 ai domiciliari) tra Messina, Catania, Bergamo, Torino e Francoforte sul Meno.  «Tutto aveva uno specifico costo standardizzato, secondo un tariffario prestabilito», spiegano gli investigatori delle Fiamme gialle, coordinati dalla Procura Distrettuale Antimafia peloritana. Ogni matrimonio finto costava 10mila euro versati dallo straniero all’organizzazione in contanti o attraverso servizi di Money Transfer, materialmente eseguiti da persone apparentemente non coinvolte nella vicenda ma vicini ai membri del gruppo criminale. Al finto sposo, invece, andavano 2-3mila euro, somme inferiori per intermediari, testimoni di nozze ed interprete. 

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