coronavirus
Ricciardi: attenzione ai superdiffusori, no al tampone di Natale
I dati sui contagi fanno ben sperare ma in vista delle feste di Natale bisogna stare attenti ai "superdiffusori". Parola di Walter Ricciardi. «Le cose stanno andando meglio ed è la dimostrazione che le misure tarate sull’evidenza scientifica, ovvero sulla circolazione del virus nelle specifiche Regioni, funzionano. Non è necessario quindi fare una misura generalistica su tutto il territorio nazionale, ma è bene ritagliare le misure in funzione proprio della circolazione del virus. È una bella soddisfazione perché di fatto consente da un lato di salvaguardare la salute ma dall’altra di non limitare attività quando queste possono svolgersi». Così il consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e docente di Igiene all’Università Cattolica di Roma, ospite di "Un giorno da Pecora" su Rai Radio1. In vista delle feste di Natale, poi, aggiunge: «Il concetto generale, in questo momento, è che non c’è la possibilità di muoversi liberamente e anzi bisogna bisogna stare quanto più possibile a casa e con persone, poche, di cui si conosce bene lo stato immunitario e soprattutto il comportamento nei giorni precedenti». «Quello che può succedere, infatti, è che anche con poche persone se ce n’è una che ha avuto contatti con soggetti infetti nei giorni precedenti a casa li infetta tutti. Soprattutto se è un super-spreader, addirittura, è terribile - sottolinea -. Purtroppo i superdiffusori non si riconoscono, sono circa il 20% della popolazione però contagiano fino al 40-50%, e quando ti trovi con uno di questi in un ambiente chiuso, a distanza ravvicinata, a maggior ragione senza mascherina, purtroppo la carica virale è talmente forte che è quasi inevitabile il contagio. Queste persone possono essere asintomatiche, paucisintomatiche e possono avere sintomi. C’è quindi tutta una variabilità che è difficile prevedere».
Ricciardi dice poi no al tampone di Natale prima di tornare a casa. «No, io sconsiglierei queste attività. La cosa più importante è il comportamento saggio. Poi è chiaro che, se uno ha il sospetto di essere stato a contatto con un positivo» a Covid-19, «è bene che si faccia il tampone. Ma il tampone a scopo cautelativo», cioè farlo perché si torna ad esempio dai genitori per Natale, «quello è pericoloso». «Ovviamente il tampone è una misura puntuale. Peraltro i test antigenici», i tamponi rapidi, «sono migliorati, ma hanno diversi falsi positivi e negativi, perciò alla fine possono dare una falsa sicurezza. Nel 30% dei casi è così, la sensibilità e la specificità non sono al 100%». Quindi, dice Ricciardi, «prima di andare da un anziano» per le feste «bisogna essere certi di non aver fatto errori nei giorni precedenti, almeno 6-7 giorni prima. Bisogna stare attenti, perché se si va a trovarli dopo essere stati in un mezzo pubblico affollato, o al bar senza mascherina», i rischi sono alti. Il rientro per Natale, a bordo di un treno o un aereo, per esempio, «è proprio un meccanismo a rischio. Il consiglio sgradevole è stare fermi nel proprio posto di residenza e magari rinviare la visita ai propri congiunti».
«Capisco» il problema di chi ha genitori soli, «ma - osserva Ricciardi - questa è una lotta contro un virus spietato, e se un anziano lo prende la probabilità di conseguenze gravi è forte e una persona giovane potrebbe anche avere rimorsi di averla contagiata». Il divieto di spostamenti nel prossimo Dpcm si dovrebbe concentrare «nei momenti in cui si cerca di evitare assembramenti, nei momenti di festa», Natale, Santo Stefano, Capodanno. Le regole da non dimenticare in vista di queste ricorrenze che inducono alla convivialità sono: «Non abbracciarsi e baciarsi, quando si entra in casa lavarsi mani e togliersi le scarpe, cercare di garantire l’igiene e stare a distanza. Se si è certi di non essere pericolosi, ci si può anche togliere la mascherina» con più serenità restando a distanza di sicurezza. «Se ci sono 4-6 persone di cui si è tranquilli sui pregressi si può stare a tavola con una certa distanza, in un ambiente aerato in cui ogni tanto si apre la finestra per far cambiare l’aria». Lo stesso vale per le tombolate fra parenti. «in poche persone, con la distanza, si può fare anche questa attività». Ricciardi racconta anche come sarà il suo di Natale: «Noi eravamo una famiglia numerosa, una quindicina, e ci riunivamo per Natale. Quest’anno lo farò con moglie e figlie». Queste ultime «non vivono con me, ma sono da me costrette a stare in una bolla, vedendo pochissime persone, sono responsabili e siamo abbastanza certi», assicura.