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Il Covid non esiste, lo sfogo del medico rianimatore: "Perché ho salvato la vita al paziente negazionista"

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"Sono un rianimatore di un grosso ospedale lombardo, centro di riferimento per il Covid-19". Inizia così la lettera del medico pubblicata dal Corriere della Sera in cui racconta perché ha salvato la vita al signor "Il Covid non esiste".

"L'altra notte in reparto - racconta - abbiamo cambiato una cannula trachestomica a un paziente in rianimazione per severa insufficienza respiratoria da Covid-19 che ha necessitato di ventilazione invasiva e supporto delle funzioni vitali. Cannula che ha la peculiarità di permettere la fonazione, e quindi, finalmente, la capacità di espressione verbale. Uno dei primi concetti espressi del paziente è stato: «Il Covid non esiste!». Il mio giovane e bravo collega gli ha fatto notare che si trovava lì per il Covid-19, che noi avevamo trattato e curato («con successo» ha forse specificato con giusto e meritato orgoglio) nelle precedenti tre settimane. Risposta: «Cosa co volete, un applauso?)»".

E poi lo sfogo del medico in prima linea tutti i giorni contro il nemico invisibile: "Torno a casa da mia figlia di due mesi che mi accoglie con un gran sorriso, nonostante i 12 giorni consecutivi in cui non mi ha praticamente visto. Devo portarla a fare il suo primo vaccino esavalente, e mi accorgo che l'appuntamento era due giorni prima. Appuntamento ripreso nel giro di pochi giorni, ma ho passato un pomeriggio concentrato a cospargermi il capo di cenere. Le avevo negato il beneficio di una delle poche scoperte che hanno cambiato la storia della epidemiologia medica degli ultimi (quasi) due secoli, perché impegnato a permettere al signor «il Covid non esiste» nuovamente il suo pensiero".

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