impianti chiusi?
Lo slalom del governo, Alberto Tomba a valanga su Conte: riaprite le piste
Il governo vuole tenere chiuse le piste da sci e gli impianti sciistici, ma le Regioni provano a far cambiare idea al premier Giuseppe Conte. Non solo. In pressing anche la leggenda della valanga azzurra Alberto Tomba e la campionessa Federica Brignone. "Lo sci è per eccellenza sport all'aperto ed individuale: in più, visto come ci si veste quando si va a sciare, non è davvero un problema di mascherine, perché già ora si usano normalmente protezioni della bocca e del viso"; ha dichiarato Alberto Tomba come riporta il sito dell'Ansa. "E sciando neppure c'è un problema di distanziamento, le piste dovrebbero dunque essere aperte, anche se ci sono ovviamente degli accorgimenti da prendere", dice il campione azzurro che suggerisce: in seggiovia si può andare da soli, e si possono diminuire i posti nelle cabinovie per evitare rischi di contagio. "Il problema è, semmai quello dell'apres ski e dei rifugi dove si va a bere e mangiare qualcosa dopo una sciata".
"E' molto importante che gli impianti sciistici aprano a Natale, perché sarebbe un segnale positivo per tutti. Altrimenti, con le stazioni chiuse, il danno sarebbe irreparabile", ha detto invece la Brignone, detentrice della coppa del mondo di sci cone riporta il sito dell'Ansa.
Intanto gli enti locali hanno messo a punto le linee guida per gli impianti in attesa di un confronto con governo e Cts. "Con i presidenti delle Regioni, oggi in videoconferenza, abbiamo deciso di approvare le linee guida dello sci", ha annunciato il presidente del Veneto, Luca Zaia, al quotidiano punto stampa. "Non vuol dire che abbiamo segnato un gol - ha precisato - diciamo che in via preventiva troviamo assurdo non avere le linee guida, perché semmai decidessero di aprire noi comunque le abbiamo fatte", ha spiegato, sottolineando che "le linee guida prevedono misure per evitare gli assembramenti, le code con contingentamento agli ingressi degli impianti".
"Adesso ci sarà il confronto con il Cts e il governo, la dead line sarà poi il 3 dicembre con la scadenza del Dpcm, data che arriva a pochi giorni dall’8 dicembre tradizionale giorno di apertura della stagione sciistica", ha detto Zaia.
Il governatore del Veneto non è del tutto contrario a un'intesa all'interno dell'Ue: "Noi vorremmo che ci fosse un coordinamento europeo, perché chiudere Arabba o Cortina e pensare che nell'altro versante della montagna si scia tranquillamente sarebbe difficilmente giustificabile. Di sicuro una stagione senza sci per la nostra montagna sarebbe un suicidio".
''Dobbiamo arrivare ad una sintesi con il Governo per garantire la sicurezza di sciatori e operatori e per determinare quali possano essere le migliori modalità e tempistiche per l’avvio della stagione, partendo dal presupposto che per regioni come la Valle d’Aosta l’inverno è uno dei momenti di maggiore attività, per tutto il nostro sistema economico'' sottolineano il presidente della Regione Erik Lavevaz e il vice presidente Luigi Bertschy in merito alla riunione della Conferenza delle Regioni.
''Accanto alle regole approvate oggi dalla Conferenza della Regioni per l’apertura degli impianti di risalita, si dovrà predisporre un piano per un’apertura in sicurezza della stagione invernale'', aggiungono in merito al protocollo sci, che delinea le linee guida da adottare per poter riaprire funivie e seggiovie e che ora verrà portato all’attenzione del Comitato tecnico scientifico.
Intanto protestano le associazioni di categoria. "In nove mesi non c’è stato un solo provvedimento congiunto tra i vari Paesi europei e ora si unirebbero tutti solo per chiudere lo sci?", commenta Valeria Ghezzi, presidente dell'associazione degli operatori funiviari italiani (Anef), riferendosi all'intesa con Francia e Germania cui starebbe lavorando l'esecutivo per limitare le vacanze sulla neve. "Ci si unisce per chiudere uno sport che si fa all’aria aperta, che è per sua natura distanziato e solo perché secondo il governo non siamo in grado di gestire la distanza nei punti di partenza delle cabinovie - continua la Ghezzi -. Chiediamo che su questo si decida non seguendo l'emotività".
"Tenere chiusi gli impianti sciistici vuol dire fare fallire l’economia della montagna. È una scelta scriteriata, incomprensibile da parte di un Governo disorientato", dicono gli assessore regionali Davide Caparini (Bilancio, Finanze e Semplificazione) e Massimo Sertori (Montagna, Enti locali e Piccoli Comuni) intervenendo nel dibattito sugli impianti di risalita sciistici. "Forse a Roma - proseguono i due assessori - non hanno ancora capito che gran parte del Paese non vive di stipendio garantito. Mentre a Natale si scierà in Svizzera, in Austria e in Francia secondo il Governo da questa parte delle Alpi dovrà essere tutto chiuso".